Charlotte's pov
Il mattino seguente, Clay passò a prendere anche me per andare a scuola, era davvero una situazione bellissima in tutto quell'enorme casino dove ci trovavamo, io e Justin eravamo tornati.
Justin mi teneva la mano mentre stavamo per entrare a scuola, vedere quel mio nome sulla sua mano mi faceva emozionare, mi veniva da piangere sempre al solo pensiero.
Per tutta la sera precedente, mio padre e mia madre non parlarono d'altro, perché erano contenti di Justin, ma quel gesto era stato la conferma che lui mi amasse seriamente.
"Dovevo aspettare Jessica, per te é un problema?" chiesi a Justin.
"No, ma figurati, aspettiamola" mi disse sorridendo e dandomi un bacio veloce.
"Io non vi reggo la candela" mi disse Clay e sorrisi, quando sentii sbattere una porta e vidi Jessica scendere dalla macchina con suo padre.
"Che cosa puoi dire in tua difesa giovanotto?" chiese lui partendo spedito.
Aveva sentito le cassette, aveva collegato il tutto, Jessica me l'aveva detto che aveva avuto paura per lei e per me, visto che era il mio fidanzato e quello di Jessica era morto ormai quindi non poteva più farle male.
"Papà, così fai del male a me".
"Quello che ha fatto lui...".
"Non l'ha fatto lui, papà, ti prego... Torna in macchina" disse Jessica guardandoci e il padre guardò Justin.
"Fai molta attenzione, perché se scopro che fai del male a quella dolcissima ragazza, é come se lo facessi a Jessica, ti tengo d'occhio" disse lui tornando in macchina e Jessica venne da me.
"Scusatelo" mi disse.
"Mi vuole bene, é normale" dissi, ai miei genitori non andava a genio l'idea di Justin, ma loro lo conoscevano di più del papà di Jessica.
"Io entro" mi disse Justin lasciandomi la mano e sospirai, l'aveva ferito lo sapevo.
"Sono contenta per voi, lo sai?" mi chiese Jessica entrando con me.
"Si... Lo so, ma sei sicura? Tu vieni prima di tutto" le dissi, era vero, era la mia migliore amica.
"Quel ragazzo ha cercato di dividerli, ci ha provato... Non ha commesso nulla, ok? Tranquilla, non ti toccherebbe neanche con un dito e non lo farebbe mai a me grazie a mio padre" mi disse lei e sorrisi, entrammo ed io dovevo trovare Justin, per tranquillizzarlo.
Lo trovai dopo la seconda ora, così mi avvicinai a lui, a scuola tutti ci guardavano perché dal nulla era tornato ed io dopo aver detto di volerlo morto, me lo baciavo.
"Tu lo sai vero che io non ho paura di te?" chiesi abbracciandolo da dietro e vedendo il suo riflesso nello specchio nel suo armadietto.
"Lo sai che se dico che ti amo, lo penso seriamente?" dissi baciandolo sulla camicia.
"Lo sai che la gente può dire il cazzo che ti pare, ma io voglio stare con te e mi fido di te a prescindere da tutto?" domandai baciandolo ancora, lo vidi sorridere e lui si voltò.
Mi strinse fra le sue braccia, io mi appoggiai al suo petto, non volevamo separarci e sapevamo che prima o poi saremmo andati oltre, perché l'idea di tornare a baciarlo mentre i nostri corpi si toccavano nudi era altissima nella mia testa.
"Lo sai che sono un casino" mi disse.
"Si, e lo sono anche io, quindi la cosa andrà bene" commentai facendolo sorridere, quel maledetto sorriso che aveva.
"Non voglio farti stare male, mai più, mai".
"Lo so e mi fido, perché hai fatto tutto ciò per me e per Jessica, so che tieni a lei" dissi e Justin annuì.
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NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin Foley
FanfictionCharlotte Martin era arrivata a Crestmont all'inizio del secondo anno di superiori, con aspettative troppo basse dopo quello passato nella vecchia città. Non sapeva, che, invece, avrebbe trovato nuovi amici, un nuovo possibile fidanzato, avrebbe vis...