Tolto che un funerale di un vecchio amico di mio padre, non ero mai andata ad un funerale nella mia vita.
I miei nonni erano morti prima che nascessi, fortunatamente non c'ero mai stata, ma in quei due anni a Evergreen ero stata ben a due funerali: Jeff e Andreas.
Quello di Hannah sarebbe stato il terzo, non ero psicologicamente pronta e la madre di Hannah voleva che dicessi qualcosa così avevo fatto un discorso, ci avevo messo il cuore.
"Sei sicura di portare Daniel e i gemelli?" chiesi a mia mamma, era venuta a sistemarmi il vestito.
"Hanno ormai tredici e dodici anni, hanno vissuto meno di te tutto ciò, ma é giusto che diano il loro saluto a Hannah" mi disse lei sistemandomi i capelli e sospirai.
"Hai paura per il discorso?".
"Mi sento in colpa, lo sai" le dissi.
"É un insieme di fattori, ma non l'hai uccisa te... Ricordatelo" mi disse mettendomi le mani sulle spalle, io sorrisi prendendo la mia borsa ed il mio discorso, era il momento.
Quando arrivammo alla chiesa, io ero in una delle prima panche con vicino i miei tre fratelli più piccoli, dietro di noi c'erano i miei genitori e i miei due fratelli maggiori.
C'erano quasi tutti, anche Clay avrebbe tenuto un discorso e aveva paura, lo conoscevo benissimo.
"A me manca" mi disse Daniel di colpo.
"Anche a me" gli dissi.
"Non hai colpe, ma non se lo meritava di fare quello che ha fatto... Poverina" io gli accarezzai la spalla e lui sorrise.
"Posso aggiungere una cosa qui?" annuii e lui scrisse sul mio discorso, non lessi, sarebbe stata una sorpresa e mi fidavo di Daniel.
"Un gesto non definisce una vita" disse il prete.
I miei genitori erano credenti ed io di conseguenza, il suicidio non era ben visto nella Bibbia perché interrompeva la vita volontariamente, ma ero certa che Hannah avesse un posto in paradiso perché pura d'animo.
"Oggi celebriamo la ricchezza della sua esistenza, anche se le tragiche circostanze della sua morte non devono essere dimenticate" disse il prete e poi partì il padre di Hannah nel parlare.
"Mi rincuora oggi vedere tanti amici di Hannah qui presenti. Hannah aveva un cuore immenso, con cui generosamente ci amava tutti. Quindi, siate gentili gli uni con gli altri" disse lui, era forse il mio il più lungo, toccava a sua mamma.
Mi faceva impressione, se immaginavo i miei genitori a parlare così di uno di noi sei, mi sarei uccisa.
"Hannah sognava di andare a New York per fare la scrittrice. Non saprei dire quanto questo sogno sia diventato impossibile per lei. Hannah... Era il mio sogno" mi tolsi una lacrima, era dura da sentire.
"E adesso devo sognare per Hannah... Oltre che per me stessa e così dovere fare anche voi. Vi prego... Credete sempre nei vostri sogni. Fatelo anche per Hannah. Non lasciate che nessuno possa portarveli via, non lasciateveli rubare" sospirai e poi toccava a me, mi alzai e tremavo quando mi avvicinai per parlare.
"Non so come iniziare e non so come finire, ma so solo che parlerò direttamente a te Hannah, perché sono certa che sei qui tra di noi in questo momento..." dissi leggendo e sospirai.
"Sei entrata nella mia vita ancor prima che io nascessi, siamo state amiche da sempre e ci sei in tutti i momenti felici della mia infanzia... Mi ricordo tutto, mi ricordo quanto tu sia sempre stata buona e quanto abbiamo sognato insieme" dissi togliendomi una lacrima.
STAI LEGGENDO
NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin Foley
FanfictionCharlotte Martin era arrivata a Crestmont all'inizio del secondo anno di superiori, con aspettative troppo basse dopo quello passato nella vecchia città. Non sapeva, che, invece, avrebbe trovato nuovi amici, un nuovo possibile fidanzato, avrebbe vis...