[65] Guarda che ormai siamo grandi

17 0 0
                                    

Justin's pov

Non avrei detto i dettagli di Seth a Charlotte, ma volevo solamente che tutto si risolvesse, anche se il suo casino era davvero grande, ma dovevamo saperla giocare bene... Dopotutto, lei non aveva fatto nulla.

Andai in casa dai Jensen per prendere almeno la colazione, mi feci la doccia e mi sarei rivestito in camera.

"Grazie" dissi prendendo i waffle.

"Clay?".

"Dormiva ancora, lo sveglio subito" dissi prendendo anche la sua porzione.

"C'è anche Charlotte?" spesso me lo chiedevano, ed era venuta a volte, ma non glielo dicevo sempre.

"No, no. É a casa sua, anche se avrà dormito due ore... James funziona come un allarme mi hanno detto" dissi prendendo gli altri waffle, li salutai e tornai da Clay.

"Ehi, Jensen, alzati" dissi continuando a mangiare il mio waffle e tirandogliene un pezzo, mi dovevo vestire.

"Tuo padre ha fatto i waffle" commentai cercando qualcosa di già messo da mettere, ero un po' casinista, ma vabbè.

"Cosa dicevamo sui piatti sporchi?".

"La tua lasagna é tipo lì da quattro giorni, fai come dottor Flemming con la penicillina?" le sue battute erano già difficili da capire da sveglio, da mezzo addormentato era allucinante.

"Bello, le tue battute non le capisce nessuno" gli dissi, avevo forse trovato qualcosa.

"Non é vero".

"Si, le capiscono solo tuo padre, perché siete uguali, e Charlotte, perché ha letto più di me e saprà di questo dottor penicillina" commentai.

"Lascia perdere... Merda é tardi! Devo prendere Ani" sorrisi, non andava quasi mai a prenderla perché la madre di Ani era una molto all'antica.

"Hai avuto il via libera?" chiesi.

"Abbiamo in ballo una cosa di robotica, ci vediamo ai piedi della collina" disse e mi tolsi la maglietta per metterne un'altra.

"Cos'hai sulla schiena?" mi chiese, cosa avevo?.

"Eh? Dove? Ah, si" sorrisi mentre me la indicò, era stata Charlotte.

Ultimamente, cioè già dall'estate, il sesso era diventato davvero tantissima roba, non me lo aspettavo.

L'avevamo fatto ovunque, in quella casetta non c'era superficie dove non l'avessimo fatto, e a lei piaceva, stava spesso sopra perché le piaceva di più e avevamo provato vari giochi insieme e mi stupì comprando dei sex toys... Potevo dire di averla guarita da quello stronzo.

"É l'amichevole. Sai lo scontro é tutto" dissi, meglio non dire la verità.

"Non avevi le protezione?" e lui non doveva andare da Ani?.

"Si, ma... Il football... Non eri in ritardo? Niente doccia oggi?" gli dissi battendo le mani.

"Non abbiamo una doccia per usarla tutti i giorni" disse uscendo, non ce l'avevano messa qui la doccia, almeno dovevamo andare in casa e vederli.

Appena uscì io mi abbassai nella borsa per controllare due cose, lui rientrò e feci finta di nulla quando suonarono.

"Questa é Charlotte, devo andare" dissi dandogli un pugno sulla spalla e sorridendo, alla fine stavo bene lì.

Corsi verso la macchina di Charlotte con il borsone, lei mi stava aspettando ed aveva i suoi fratelli in macchina.

"Ciao" dissi entrando e baciando Charlotte a stampo prima di dare il cinque ai suoi tre fratelli.

NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin FoleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora