"Abbiamo detto troppe volte addio. Pianto troppo a lungo. La Liberty High ha già affrontato una quantità enorme di tragedie. E un'altra vita, tra gli studenti dell'ultimo anno, è una perdita che in tutti noi genera sgomento, ma la Liberty non é la sola. Fin troppe scuole sono costrette a subire eventi tragici, troppi giovani studenti non riescono ad arrivare al diploma e noi facciamo troppo poco per cambiare le cose. Invece, dobbiamo chiedere, non solo come possiamo cambiare le cose, ma che cosa abbiamo fatto per rendere il loro mondo così complesso? Quali sono le nostre responsabilità, quali fardelli stiamo scaricando sui nostri figli? Quali strumenti non gli stiamo dando? Come siamo arrivati qui, di nuovo?" era una bella domanda, come cazzo ero arrivata lì? Ancora, quando sei mesi prima neanche l'avrei mai immaginato lontanamente e... Invece, erano giorni che piangevo.
"Quindi Justin torna a casa?" mi chiese mia mamma a pranzo, io annuii mente finivo di mangiare.
"Finalmente si, i Jensen hanno addobbato bene per Natale, un po' come noi" dissi sorridendo.
Amavo il Natale e la festa, avrei iniziato a sentirlo dall'anno successivo, perché c'era James e quindi si tornava a Babbo Natale.
"É il primo Natale di James, quindi dobbiamo festeggiare... Comunque, ieri é arrivata la pagella" mi disse e andai un po' in panico, speravo bene.
"E quindi?" chiesi.
"La scuola ci ha informato che se mantieni la media, avrai la borsa di studio" sorrisi, era una notizia davvero bellissima.
"Ma davvero?" dissi.
"Si, ma solo se mantieni la media. Sai che io e papà ti possiamo pagare tutto nella pubblica, ma hai scelto cosa studiare, giusto?" annuii.
"Medicina, non so ancora bene dove specializzarmi, ma credo che avrò il tempo per capirlo" dissi, mi piaceva farmacia tramite i miei genitori, ma mio fratello avrebbe ereditato il negozio che andava bene ed io potevo fare medicina.
"Non voglio pensarvi" dissi.
"Non pesi su nessuno" disse mio padre arrivando con Theo.
"Vai in giardino, arrivo a giocare a basket" disse e poi mi guardò.
"Charlotte, io e la mamma abbiamo deciso di mettere al mondo sette figli. E abbiamo le possibilità di mandare voi tutti al college, se volete andare... Tesoro, se c'è la possibilità che la borsa di studio ti paghi Harvard, sono contentissimo, ma se no andrai alla pubblica e diventerai il migliore medico" sorrisi, mio padre sapevo che sarebbe stato a prescindere fiero di me.
"Grazie" dissi sorridendo e dandogli un bacio sulla guancia, quando guardai il telefono.
"Jessica mi aspetta con Ani, andiamo a mettere tutto a casa di Clay, torno per sera" dissi alzandomi da tavola, loro mi salutarono dicendo di salutare Justin.
Quando arrivammo nella stanza di Clay e Justin, dovevo rivalutare decisamente Clay, da solo faceva più danni di Justin ed aveva tutto in giro.
"C'é odore di ascelle misto a piedi marci" disse Jessica mentre lei pensava ai piatti lasciati ovunque ed io al letto di Clay con mille cose sopra.
"Abbiamo la conferma che anche Clay sia maschio, i miei fratelli tengono meglio la stanza, e sono due pre adolescenti che a malapena si lavano a volte" dissi togliendo la roba dal letto.
"Ani, ma Clay sta bene?" chiese Jessica.
"Si... Si, sta bene" ci disse ed io la guardai, secondo me no.
"Le mutande del tuo fidanzato le tocchi tu, ho paura di scavare qua sotto" dissi togliendo la roba piano.
"Sta alla grande" disse Ani e guardai Jessica, la pensavamo allo stesso modo su lei e Clay.
STAI LEGGENDO
NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin Foley
FanfictionCharlotte Martin era arrivata a Crestmont all'inizio del secondo anno di superiori, con aspettative troppo basse dopo quello passato nella vecchia città. Non sapeva, che, invece, avrebbe trovato nuovi amici, un nuovo possibile fidanzato, avrebbe vis...