[108] Il campeggio mi fa cagare

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"In realtà, la storia non la so" disse Charlie, parlavamo insieme ad altri sul bus che ci portava al capeggio della leggenda che girava intorno ad esso.

Ci dissero che fosse un falso, anche i due genitori accompagnatori, il padre di Alex e la madre di Clay, scoprì che venne chiesto anche a mia mamma, ma disse di no per James, mio padre sarebbe voluto venire, anzi doveva venire lui col padre di Alex e la mamma di Clay, ma Theo si era preso la febbre e l'aveva infettato, così aveva saltato, per fortuna.

"La so io" dissi.

"Racconta" disse Zach e sorrisi, non vedevo l'ora.

"Era una notte buia e tempestosa..." dissi facendo ridere tutti.

"No, ok. Sono seria. La leggenda di Burnham Woods. Un secolo fa, negli anni 80 circa, dei ragazzi stavano facendo festa ed uno di loro era ubriaco ed é caduto in un burrone spaccandosi la testa. I suoi amici lo lasciarono lì, lo credevano morto, ma così non era. Così lui é tornato a vendicarsi uccidendoli con un'ascia, si dica che viva ancora qui" dissi io notando le facce spaventate.

"Martin! Smettila di raccontare quelle storielle" disse il prof e mi voltai alzando le spalle, avevo traumatizzato metà pullman.

Credevo al sovrannaturale, forse avevo visto troppi film apocalittici alla Maze Runner o serie tv di fantasia come Stranger Things.

Quando arrivammo in campeggio presi lo zaino che mi aveva dato mio padre da sotto il pullman, quando andai con Jessica a parlare con Alex della mail ricevuta da Clay.

"Dice che é stato un hacker" disse Alex.

"Justin disse che non lo ha fatto lui" dissi e loro due mi guardarono, l'avevo chiamato per un motivo valido.

"E voi due ci credete?" chiese Jessica, alzai le spalle.

"Dobbiamo fare qualcosa, mantenere il controllo" ci disse lei ed io annuii.

"Facciamo i normali, può funzionare" suggerii.

"Magari é quello che chi ha scritto la mail vuole ottenere: che ci comportiamo come se fossimo pazzi o colpevoli" disse Alex, ma il falò della verità sarebbe stato la sera successiva prima di tornare a casa, quindi avevamo tutti paura e le ore contate.

"Abbiamo poco più di 24 per capire" dissi.

"C'é qualcuno che vuole una confessione. Sono certa che noi tre non diremo nulla, ma dobbiamo assicurarci che nessun altro parli" disse Jessica ed annuimmo seguendola.

"Vuoi una mano con la tenda?" mi disse Jessica.

"Tranquilla, adesso la montiamo" dissi quando arrivammo per piantare le tende, ma ci vennero in auto Diego con Luke.

"La madre di Ani? Sta meglio?" chiesi a Jessica, Ani non era venuta perché sua mamma si era fatta male lavorando.

"Mi ha detto che si sta riprendendo..." annuii.

"Ho fatto sesso con Luke" dissi, Jessica mi guardò.

"Cosa? Da quando?".

"San Valentino. Ma non stiamo insieme, facciamo solo sesso o preliminari... Nulla di più, é davvero bravo!" dissi e lei mi tirò il cuscino.

"Vivevo anche senza informazione" mi disse.

"Jess! Vieni?" chiese Diego, Jessica uscì dalla tenda e Luke si guardò intorno arrivando dentro con me e chiudendo.

"É bella grossa" mi disse Luke.

"É di mio papà, é abbastanza bella" dissi, volevo non pensare per qualche minuto e presi a baciarlo.

NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin FoleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora