[16] Il passato non è presente

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Tutta la situazione era assurda, dopo cena volevo almeno parlare con Justin, ma lui non rispondeva a chiamate e messaggi così mi alzai dal letto e dissi ai miei genitori che andavo a fare un giro in macchina, andai a casa di Justin.

"Ciao" dissi quando mi aprì la porta, era qualche mese che non venissi a casa sua.

"Ciao, vieni, facciamo piano, mia madre è in uno di quei giorni no" entrai sospirando.

"Cazzo, Justin, non mi hai risposto, mi stavo preoccupando" dissi.

"Appunto per mia mamma".

"Si, ma sai cosa penso se non rispondi" dissi in modo serio, non volevo scherzare.

"Si, ma scusami".

"Dobbiamo parlare!".

"Ok, fai piano, vieni".

Entrai nella sua camera e chiuse la porta, era piuttosto piccola e non c'era quasi nulla dentro, perché Justin non era amato e a me dispiaceva, ma non poteva essere una scusa universale.

"Però parliamo piano".

"Ok" dissi sedendomi sul suo letto.

"Che cosa c'è?" mi chiese lui mettendosi sulla sedia.

"Dopo l'allenamento ti stavo cercando" dissi stringendomi nella giacca, faceva freddo in casa sua, quella donna probabilmente neanche il riscaldamento pagava.

"Mia madre aveva bisogno. Ha rotto con il suo uomo, é ridotta uno schifo" quindi tornerà con Seth fra un giorno, conoscevo sua madre.

"Ok... Alex l'abbiamo assolto" dissi informandolo, visto che anche lui c'era dentro e peggio di me, lui alzò le spalle, era ancora geloso? Si.

"Justin, qui si sta incasinando tutto" commentai.

Avevamo giocato col fuoco? Si, per un mese intero, e stavamo andando bene, ma a lungo andare, quando giochi col fuoco, ti bruci, e forse stavamo bruciando senza rendercene conto.

"Va tutto bene" mi disse.

"E la rissa? Ha fatto schifo" dissi.

"Si, come ogni rissa" mi disse.

"Alex va già bene che non é dovuto andare in ospedale" dissi.

"Perché cazzo ti preoccupi di Alex?" era geloso, come sempre, come se a me piacesse Alex.

"É l'ex di una mia amica, non ci starei mai, chiaro?" dissi in tono serio e guardandolo negli occhi, odiavo litigare con lui.

"Mi piaci tu, e lo sai, nessun Alex, cazzo" dissi appoggiandomi al suo cuscino.

"Ho bisogno di te e tu di me, lo sai" Justin annuì senza dire altro, volevo solo stare bene, anche insieme a lui, era come una droga che mi portava verso di lui.

"Posso stare qui" gli dissi.

"Sai com'è mia madre quando sta così, ti vuole bene, si... Ma adesso non voglio che esca di senno" mi disse.

La madre di Justin mi vide a San Valentino la prima volta, mi trovò subito molto bella e mi riempì di complimenti, ma rimaneva una fattona che se ne fregava del figlio e dei suoi sentimenti.

"Lo so, dai" dissi alzandomi, mi avvicinai a lui sedendomi sulle sue gambe, lui mi tenne la mano sulla coscia accarezzandola, lo calmava.

"Mi vuoi?" chiesi accarezzandogli il collo, lui sorrise.

Sentii la sua erezione premere contro i miei jeans dai suoi jeans, mi desiderava davvero tantissimo ed io pure, davvero molto.

Gli diedi dei baci che lui ricambiò, con la mano piano piano cercai di entrare nei suoi jeans, lo rilassava in quelle situazioni quando pensava a sua madre e Seth, ma Justin mi spinse giù da lui.

NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin FoleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora