[38] E tu chi cazzo sei?

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Justin's pov

Charlotte non mi voleva, me lo aveva detto, ma aveva gli occhi che la fregavano ogni volta che aprisse bocca.

La conoscevo benissimo, Charlotte parlava con le espressioni del viso e sapevo che avrebbe voluto stringermi forte, abbracciarmi e magari baciarmi, ma sta combattendo contro tutti quei sentimenti per proteggere Jessica, quindi lo farò: dirò la verità appena si potrà, anche se sicuramente andrò nei guai, per Charlotte e per Jessica, so che Andreas sarebbe d'accordo con me.

Mi stavo guardando il tatuaggio quando sentii dei rumori dal piano di sotto, dopo la spaccatura di un vetro, così chiusi la porta della camera e andai nell'armadio.

Vidi entrare qualcuno nella camera di Clay che cercava un po' dovunque, anche nella mia borsa, ma quando sentii il signor Jensen, quel ladro uscì ed io corsi a vedere dalla finestra, dimenticandomi che avevo la porta della camera aperta.

"Che cazzo?" saltai voltandomi, merda, il padre di Clay mi aveva visto.

"Non ero io".

"E tu chi cazzo sei?" mi disse urlando con quella mazza da baseball.

"Sono Justin, Justin Foley. Sono amico di Clay, mi ha nascosto qui in camera sua, lo giuro!" dissi coprendomi il viso, avevo paura che mi colpisse, lui abbassò la mazza.

"Questa é tua?" dissi indicando la borsa sul letto ed io annuii, mi stava credendo?.

"Cosa... Cosa ci fai qui?" mi chiese.

"Per il processo, Clay vuole farmi testimoniare" dissi, quando sentimmo dei rumori dal piano di sotto.

"Vieni con me, non ti devo perdere di vista un secondo" annuii seguendolo, aveva paura che volessi derubare qualcosa, probabilmente e speravo che fosse tornato Clay.

"Lainie... Tu lo sapevi?" guardai la donna davanti a me, la madre di Clay, perfetto.

"Justin Foley?" mi chiese ed io annuii, di male in peggio.

"Ha detto che Clay lo ha nascosto qui, o cose del genere, da quando ti nasconde?".

"Il weekend" dissi io passandomi la mano nei capelli, avevo paura che mi buttassero fuori, seriamente paura.

"Ok... Chiamo Clay... Ci mancava questa" disse sua madre prima di guardarmi.

"Dagli un bicchiere d'acqua e poi spiegaci almeno metà della storia" disse lei, mi facevano paura tutti e due.

Mi sedetti sul divano con loro di fronte a me, continuavano a farmi davvero paura e presto sarebbe arrivato Clay, secondo loro.

"Puoi spiegarci cosa é successo?" io annuii.

"Clay... Mi ha trovato ad Oakland questo weekend mentre chiedevo l'elemosina... Perché da cinque mesi sono scappato da casa mia..." dissi, non volevo piangere davanti a loro due, non dovevano vedere che fossi debole.

"Voleva farmi testimoniare perché sono l'unico che sa cosa sia successo con la ragazza violentata... Andreas non c'è più come Hannah, ma c'è l'altro ragazzo ed io sono l'unico ad avere visto tutto" dissi, nel frattempo mi toccai il tatuaggio, quando si aprì la porta di casa e Clay mi guardò.

"Scusa" gli dissi, era colpa mia di non avere chiuso la porta.

"Siediti Clay, spiegaci anche tu per favore" disse sua madre e Clay iniziò a parlare raccontando quello successo.

Io guardavo le loro facce, mi sentivo di troppo, i Jensen erano completamente diversi da me, si spiegava moltissimo di Clay, l'avevano seguito fin da bambino e si vedeva che gli volessero davvero bene e doveva essere quella la normalità, non dove vivevo io.

NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin FoleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora