[68] Ma qualcuno ha ucciso Bryce

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Quando Bryce mi scrisse io lo raggiunsi subito, ma non sapevo cosa volesse e volevo solamente finire prima, era dove mi trovavo in quel momento con Charlotte, ma non ero mai andato in quel Motel.

"Che cazzo di posto é?" dissi vedendolo seduto su una delle sedie al di fuori delle camere del Motel.

"Mia madre non vuole più che io beva in casa" disse, beh non era un problema mio, ma se voleva parlare che facesse di fretta.

"Che cosa vuoi?" chiesi per tagliare corto.

"Siediti, prendi una birra".

"Hai detto che era importante, che riguardasse Charlie e forse anche Jess" dissi, era come se mi sentissi in dovere di entrambe, a Jess volevo bene.

"Le riguarda. Riguarda noi. Riguarda un sacco di cose, siediti" dissi aprendomi una birra, non avevo tempo da perdere.

"No, vaffanculo, dimmi di Charlie e Jessica" commentai sospirando.

"Jessica é venuta a parlarmi e Charlie anche" non era vero.

"Dici cazzate" dissi.

"Non ti ho mai detto stronzate".

"L'hai fatto, quando mi hai chiamato fratello" dissi in modo serio, io non scherzavo più.

"Mio padre se n'è andato, mia madre non sopporta avermi vicino, Chloe mi ha lasciato e la Hillcrest é un vero incubo" non me ne fregava, avevo passato ben di peggio nella vita e non ero dispiaciuto per lui.

"Cos'é? Dovrei essere dispiaciuto per te?" domandai.

"La vuoi sentire la mia cazzo di lista?" gli chiesi, perché era lunga.

"Tu hai una famiglia".

"Io non ho mai avuto una famiglia" dissi in modo serio, i Jensen mi volevano sicuramente bene, ma ero cresciuto solo.

"Io ero la tua famiglia, tempo fa con Andreas" sospirai, chissà chi aveva rovinato tutto.

"Farei di tutto per tornare ad esserlo".

"Per questo siamo qui? Mi dai un paio di birre e sono di nuovo tuo fratello? Come ai vecchi tempi?".

Non era la prima volta che vedessi Bryce, anzi, mi aveva tirato fuori dai guai quell'estate un mese prima, ma l'avevamo chiusa lì, basta.

"Ho fatto dei guai con tutti...".

"Si, é vero... Io ti ho lasciato fare e continuare... Noi due dobbiamo... Imparare a conviverci. Un mese fa sono stato chiaro, grazie, ma abbiamo chiuso" dissi andandomene.

"So della festa di primavera" mi pietrificai, come? Tornai da lui.

"Di che cazzo stai parlando?".

"So cosa ha cercato di fare Tyler e anche che voi l'avete coperto" mi disse, io mi sedetti, dovevo capirci di più.

"Ho visto te e Charlie correre fuori dalla palestra ed ho guardato dalla porta di servizio. Ho visto tutto" non era una cosa positiva.

"Io sono finito dentro perché sai... Sono lo stupratore, quindi... Però io ho tenuto la bocca chiusa e non ho detto una parola, non lo farò".

"Cosa vuoi?" chiesi.

"Da te? Non voglio niente".

"Allora perché mi hai scritto?" chiesi, poteva raccontare di Seth al mondo se voleva.

NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin FoleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora