Dovevo riposare e sul divano di Clay si stava benissimo, aveva addirittura un divano in camera ed era da solo come figlio, si capivano moltissime cose.
Avevo sempre avuto freddo e vomitato qualsiasi cosa, avevo pure beccato la maglia di Clay in pieno, faceva ridere come cosa, dovevo poi chiedergli scusa e prendergli qualcosa come minimo.
Mi svegliai sentendomi osservato e sentendo Clay un po' parlare, parlava spesso da solo, lo vidi davanti a me sul suo letto a fissarmi, ero così bello da stare lì come uno scemo?.
"Che cazzo hai da guardare?" chiesi ricoprendomi.
"Justin, pensi di riuscire a non fare puttanate? Poi arriverà qualcuno che ti starà dietro, io non posso devo scappare a scuola" mi disse.
Come se stessi male, avevo solo un po' di febbre, nulla di più... Tanto mi sarei fatto appena non vedeva, sapevo dove prenderla in città, i pregi di avere una madre drogata.
"Sto bene, guarda che non mi serve una babysitter" dissi tremando, faceva davvero freddo, ma non pagavano il riscaldamento? Anche se era marzo in effetti, ma mi sembrava di tornare a quando dormivo per strada, dopo che spesi tutti i soldi in tatuaggio, motel e droga.
"Fa un freddo porco qui dentro" dissi.
"Stai tremando, hai la febbre" mi disse, come se non lo sapessi, me l'aveva fatta misurare circa venti volte.
Clay si avvicinò a me lanciandomi un'altra coperta addosso, forse così andava meglio.
"E se ti facessi una doccia?" stava esagerando, non puzzavo così tanto, da bambino sono stato fin troppo sporco a volte.
"Non puzzo così tanto".
"No, solo di cadavere, ti prego. Lavati per favore" mi disse, lo avrei fatto, ma volevo la colazione.
"Sto morendo di fame" dissi.
"Come fai ad avere fame? Vomiti tutto quello che mangi" lo guardai, a volte sembrava stupido, era per quello che avevo fame.
"Magari é proprio per quello" gli dissi.
"Fatti una doccia" mi disse, io mi alzai e sentivo freddo.
"L'avete l'acqua calda?" chiesi.
"Ma certo" mi disse, non era così scontato, io a volte non l'avevo.
Aspettai di vedere suo padre tornare in camera, Clay scese di sotto ed io mi chiusi in bagno, senza chiudere a chiave, non lo facevo mai, e mi tolsi tutti i vestiti per entrare in doccia.
Sentire l'acqua calda su di me mi fece rilassare, iniziai ad insaponarmi, era da mesi che non stavo così bene, era una goduria.
Sospirai, avrei presto rivisto Charlotte, era il mio unico pensiero, sempre.
Mi guardai il tatuaggio, chiusi gli occhi, mi sembrava di averla lì vicino a me, che mi baciava e mi abbracciava, che facevamo la doccia insieme, l'avevo sempre voluta fare.
Mi appoggiai al muro, il solo pensare a Charlotte mi eccitava, presi a toccarmi, magari presto l'avrebbe rifatto lei, magari avremmo fatto sesso, io volevo fare tutto con lei, restare la mia intera vita con lei.
Mentre ero perso nei pensieri sentii qualcuno entrare, feci per vedere quando si tirò la tenda, fortunatamente era solo Clay.
"Ma che cazzo..." dissi guardandolo.
"Tranquillo, papà! L'acqua é bollente, la caldaia funziona benissimo" menomale che non era entrato suo padre, mi sarei ammazzato.
"Merda, scusami" gli dissi.
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NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin Foley
FanfictionCharlotte Martin era arrivata a Crestmont all'inizio del secondo anno di superiori, con aspettative troppo basse dopo quello passato nella vecchia città. Non sapeva, che, invece, avrebbe trovato nuovi amici, un nuovo possibile fidanzato, avrebbe vis...