[6] Mi faccio una cioccolata calda da Monet

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Justin's pov

Avevo mentito ancora a Charlotte, quella mattina non avevo ancora voglia di andare a scuola e non ci sarei andato.

Avevo paura, non stavo bene da nessuna parte e girovagare per la casa di Bryce mi sembrava una buona idea.

Fino a che i pensieri non mi presero il cervello offuscandomi tutto, facendomi rivivere la mia infanzia o gli ultimi momenti con Seth, il fidanzato stronzo di mia madre e tossicomane come lei.

Bryce aveva una bella famiglia, una bella casa, ovunque mi girassi respiravo l'aria di quanto sua madre e suo padre fossero fieri di lui.

Di me nessuno era mai stato fiero, tolto Charlotte.

Era stata come una benedizione divina, scesa dal cielo, per me.

Ringraziavo chiunque per averla messa sul mio cammino, ma dovevo tenere il segreto della festa di Jessica, o lei avrebbe mandato tutto all'aria stando con la sua migliore amica e non con me.

Non eravamo fidanzati, più o meno.

Io e Charlotte eravamo uniti, era la mia anima gemella ed io la sua, ma spesso c'eravamo fatti prendere da altro.

Lei aveva una fine di rottura complicata, con un ex stronzo e violento, io la feci sentire al sicuro e un po' di baci o poco più riuscimmo a farlo.

Lei doveva stare al sicuro, con me si sentiva al sicuro ed io con lei.

"Ho bisogno di te, vieni?" le scrissi di colpo mentre il grande salotto di casa Walker mi faceva da sfondo.

Mi sentivo piccolo e indifeso dentro quella casa, mi sentivo sbagliato, dopotutto se avevo una "famiglia" così e non normale, qualcosa c'era sotto giusto? Magari me la meritavo.

Col tempo, a scuola diventai popolare.

Da bambino nessuno giocava con me, perché ero quello strano, quello che puzzava, quello con i pidocchi... Mia madre non badava a me, i suoi fidanzati vari mi facevano del male, e la scuola mi faceva da scudo come poteva.

Saltavo spesso il pranzo, mia madre non me lo preparava o non mi dava i soldi.

Charlotte vide il messaggio senza rispondere, ma era passata più di mezz'ora e persi ogni speranza dentro di me in corpo.

Sentii suonare alla porta di casa di Bryce, non credevo che fosse lui, c'era scuola in quel preciso istante, ma andai ad aprire rivelando Charlotte.

Era bellissima con addosso solo un maglioncino beige e i jeans, la osservai semplicemente e mi venne da piangere.

Lei ci sarebbe sempre stata.

"Jus..." disse vedendomi con una mano sulla bocca e stavo trattenendo le lacrime, ma Charlotte era l'unica ad avermi visto piangere.

"Ehi, no, ci sono io" mi disse vedendomi vicino e mettendomi una mano sul collo, mi baciò, uno dei mille baci che ci davamo come se fossimo fidanzati.

"Tranquillo" mi disse ed io la strinsi con la testa nel suo collo sulla sua spalla, mi piaceva quando mi abbracciava in quel modo, era speciale.

"Ci sono io, tranquillo" disse sentendomi singhiozzare peggio di un bambino e bagnandole tutta la spalla.

Odiavo essere debole.

"Justin, calmo. Dai, ci sono io, non ti preoccupare" mi disse accarezzandomi i capelli.

"Vuoi stare un po' con me?" annuii.

"Vieni, portami dove vuoi" disse chiudendo la porta, io le presi la mano e cercai una delle varie stanze che avevano i Walker.

NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin FoleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora