Ero in attesa di entrare per fare l'intervista, con me c'erano i miei genitori che dovevano entrare perché ero ancora minorenne.
Mio padre aveva trovato uno degli avvocati migliori in città, l'aveva anche pagato abbastanza, ma gli aveva fatto uno sconto conoscendolo.
"Siediti pure qui" disse l'avvocato dei Baker, io mi sedetti davanti alla telecamera ed agli avvocati, tra cui la madre di Clay per la scuola.
"Buon pomeriggio signorina Martin" mi disse.
"Buon pomeriggio" dissi.
"Mi chiamo Dennis Vasquez e rappresento Andrew e Oliva Baker. Questa é una deposizione. Le farò delle domande e lei dovrà rispondermi sinceramente e solo quello che ha visto, ha capito?" mi chiese.
"Si" dissi.
"Non c'è un giudice, ma é un procedimento giudiziario a tutti gli effetti. E lei ha lo stesso obbligo legale di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità, ha capito?" annuii, ero stra in ansia, perché avevo una telecamera puntata addosso.
"Ho capito" dissi.
"Bene... Per favore, dica il suo nome per intero, la sua età, dove va a scuola e che anno frequenta" mi disse.
"Mi chiamo Charlotte Martin, ho diciassette anni e frequento la Liberty High, sono terzo anno" dissi giocherellando con i miei bracciali.
"Lei ed Hannah eravate amiche fin da bambina, giusto?" mi chiese l'avvocato.
"Si, ma ultimamente non ci parlavamo più" dissi.
"Non eravate più amiche?" annuii.
"Si".
"Posso sapere la ragione".
Potevo dire di Thomas, di quello successo alla vecchia scuola, non era del tutto colpa mia, ma non volevo parlare di quello, fissai il vuoto per un secondo.
"Charlotte..." annuii.
"Si... Io... Io le dissi di smetterla di essere amiche dopo la mia festa di compleanno, perché si faceva troppe paranoie" dissi.
"Come mai?".
"Perché non voleva che mi frequentassi con un ragazzo che le era mezzo piaciuto, ma con cui non aveva mai avuto nulla... Era gelosa di me" dissi di colpo, non potevo omettere tutto.
"Cosa glielo faceva pensare?" mi chiese.
"Ehm... Cioè..." dissi passandomi una mano sul volto, ero agitata al massimo, guardai i miei genitori e mi sorrisero, mi calmai un pochino.
"I ragazzi a scuola parlavano, vennero a dirmi che questo ragazzo parlava di me e non più di Hannah... In quella scuola ci trattano di merda, scusate... Non si può dire merda" dissi guardando gli avvocati.
"Esprimiti come meglio vuoi, tranquilla" mi disse l'avvocato.
"Fanno cose a noi ragazze di cui nessuno parla e non andrebbero mai fatte, commenti ed altro... Inutili" dissi.
"Ad esempio?".
"Credo ci possa arrivare, non voglio commentare..." dissi di colpo, non volevo rivivere tutto di Cameron in quelle frasi o parlare di Jessica.
"Non può obbligarla ad argomentare" disse la madre di Clay.
"Non é un obbligo".
"Dennis, non la obbligare" disse la madre di Hannah guardandomi, io abbassai lo sguardo, mi sentivo ancora in colpa.
"Va bene, Charlotte, parlavi dei ragazzi a scuola e non ti chiederò altro... Ma puoi parlarci in generale almeno degli atleti o comportamenti che tu abbia visto" mi disse ed io annuii.
"Gli atleti se ne vanno in giro come se fossero i padroni del mondo, e lo so perché sono una cheerleader e frequento molti di loro. Sono esaltati da tutti, gli insegnanti fomentano la cosa e Bolan ci mette molto del suo. É così" dissi.
"Lei é uscita con qualcuno di loro?" mi chiese.
"Obiezione. Irrilevante, é qui per parlare di Hannah Baker" disse la madre di Clay.
"Si, sono uscita con alcuni di loro. Non sono tutti pompati, qualcuno di normale c'è. Ovviamente in amicizia, tolto che con un ragazzo... Non sono tutti egoisti, ma Hannah non lo sapeva. Non é colpa sua... Se la scuola dice a dei ragazzi che sono l'unica cosa che vale e che gli altri servono solo ad osannarli, dei ragazzi che vanno dai 14 ai 18 o 19 anni, si convincono di ciò" dissi osservando l'avvocato, avevo ripreso coraggio, più o meno.
"Spesso con Hannah scrisse che aveva gusti pessimi in fatto di ragazzi, cosa voleva dire?".
"É che se solo io mi fossi importata di lei, fregandomene di piccole incomprensioni, se le avessi impedito di incazzarsi perché io frequentassi Justin... Forse avremmo chiarito, e a quest'ora saremmo altrove e non qui, con lei viva" dissi sospirando, era ancora colpa mia.
"Intende Justin Foley, giusto?".
"Si, Justin Foley" dissi.
"Lei esce con Justin Foley?" sorrisi.
"Uscivo, non stiamo più insieme, Justin Foley é morto per quanto mi possa riguardare" affermai, sospirando, mi faceva male dirlo o pensarlo, ma Justin dovevo dimenticarlo.
"Ultima domanda, lei sa qualcosa su cassette o nastri registrati da Hannah Baker? Dovrebbe averli Clay Jensen secondo un interrogato prima di lei" cercai di non fare la faccia sconvolta, dovevo salvare almeno il salvabile.
"Cosa? No, assolutamente, mai sentiti e non le avrebbe sicuramente Clay Jensen, si sarebbe saputo" dissi.
Sarebbe iniziata una guerra, ma eravamo solo all'inizio.
Spazio autrice:
Justin dovrà farsi perdonare? Si, ma ci penserà Clay🫠.
Come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate🫶🏻.
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NOI DUE NON SAREMO NIENTE; Justin Foley
FanfictionCharlotte Martin era arrivata a Crestmont all'inizio del secondo anno di superiori, con aspettative troppo basse dopo quello passato nella vecchia città. Non sapeva, che, invece, avrebbe trovato nuovi amici, un nuovo possibile fidanzato, avrebbe vis...