1. Daniel

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Sbatto sul tavolo l'ennesimo bicchiere di whiskey della serata.

È già il terzo.

Mi ero ripromesso di smettere, ma la notte è deleteria.

La notte porta a galla tutto ciò che di giorno pensi di aver affogato. E alla fine ad affogare sei sempre tu.

Osservo la bottiglia mezza vuota e decido che non me ne frega niente. Non voglio affrontare i soliti sensi di colpa che tornano per tormentarmi. Non li voglio ascoltare. Voglio rendere muta la mia voce interiore, quella vocina bastarda che mi ripete continuamente di essere un fallimento, e di aver ucciso lei.

È colpa tua. Sei un maledetto omicida.

Scolo le ultime gocce di whiskey rimasto, tutto di un fiato, fino a farmi mancare il respiro.

Esausto sbatto la bottiglia sul piccolo tavolo di legno e mi asciugo le labbra con la manica della camicia. Chiudo gli occhi e mi lascio cadere a peso morto sulla sedia, ma il suono lontano del campanello mi riporta alla realtà.

Mi avvicino il braccio al viso e scopro la manica della camicia per guardare l'ora dal mio vecchio orologio dorato.

Le 22.00.

Cazzo.


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