141. Cloe❤️‍🩹

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Lungo tutto il tragitto per arrivare a casa sua non ci siamo rivolti parola. Mi aspettavo una valanga di domande che non sono arrivate. Sono io che ho detto di dovergli parlare, dovrei essere io ad iniziare il discorso. Ma ancora non riesco. Non è una macchina il luogo giusto per potermi denudare di tutto e uscire allo scoperto.

Vedo la cupola di San Pietro in lontananza che si fa sempre più piccola mentre ci avviciniamo al suo appartamento. Poi la macchina si ferma, tolgo la musica dal cellulare e rimaniamo immobili, nel silenzio dell'auto per alcuni minuti.

«Cloe...», rompe il silenzio. Ecco che iniziano le domande. Il momento è arrivato.

«Ti va di farci una passeggiata invece che entrare in casa?», non voglio rinchiudermi in quelle quattro mura senza una via di uscita. Voglio sentire il vento fresco della notte su di me e guardare il cielo mentre gli consegno la parte più profonda di me.

La luna. La luna stasera è piena. Non può essere un caso.

«Volentieri, ti porto a San Pietro.», mi prende una mano con delicatezza e mi lascia un dolce bacio. Poi apre lo sportello e scende. Faccio lo stesso anche io. Mi avvicino a lui e lo abbraccio, senza dire nulla. Mi serve sentire il suo corpo che mi stringe, che mi accoglie, per darmi il coraggio di lasciarmi finalmente andare.

«Andiamo», mi dice prendendomi per mano e facendomi strada tra i sanpietrini, lungo i vicoli bui di una Roma illuminata solo da una luna piena.

Arriviamo davanti alla basilica di San Pietro e sento il cuore esplodermi. Lascio la sua mano e guardo fissa tutto il colonnato illuminato che mi trovo di fronte.

Sono senza parole.

Rimango senza fiato di fronte ad una così immensa ed eterna bellezza. Sull'imponente e maestosa cupola troneggia la luna, così piena da sembrare quasi vuota. Mi giro per inchiodare il mio sguardo nei suoi occhi verdi, solo per un attimo. Poi torno a guardare dritta davanti a me. Sento le lacrime spingere per uscire. Faccio il possibile per trattenerle, ma niente. Scoppio a piangere. La mia anima ed il mio cuore non reggono l'immensità di questa bellezza e la gratitudine di questo momento.

Devo appena aver incontrato Dio. Lo percepisco in questa luna che mi guarda, come se attraverso la sua forza nell'illuminare una notte così buia mi stesse dando il coraggio di affrontare questo momento.

Lo vedo mentre si avvicina verso di me per abbracciarmi, perché non sa come altro comportarsi. Posso biasimarlo? Questa mattina sono scappata dalla sua lezione piangendo, ho detto di dovergli parlare e ora sono qui che piango di nuovo.

Prendo un respiro profondo e mi distacco piano da lui. In piedi, di fronte alla basilica, lo guardo negli occhi e comincio a parlare.

«Sono depressa, Daniel.», stupita dalla schiettezza con cui ho iniziato il discorso proseguo, tutto d'un fiato «sono depressa da un po' di tempo ormai, non saprei neanche più quantificarlo. La depressione si serve del tuo tempo come più preferisce, dandoti sempre l'illusione di vivere all'inferno da un'eternità. È venuta a trovarmi all'improvviso, e si è portata via tutto. Ho mollato l'università e la mia passione per la scrittura. Frequentavo la facoltà di lettere e filosofia e sognavo di scrivere numerosi romanzi. Ma niente. La mia mente non riusciva a stare dietro a tutto, e così non faceva altro che spegnersi a poco a poco costringendomi per mesi a stare chiusa in camera, buttata nel letto. I miei genitori non si sono accorti di nulla, troppo presi dalla loro ricchezza e dai doveri sociali che essere ricchi comporta. Quando ho deciso di reagire ho cercato il primo lavoro disponibile ed ho trovato occupazione al bar. Mi permetteva di essere indipendente, di non servirmi dei soldi dei miei genitori e di fuggire da me stessa, stando fuori da quella casa. Ma la notte, la notte è stata da sempre la mia peggior nemica. E così la notte la sfuggivo. Vuoi sapere come? Facendo sesso con uomini sconosciuti e facendomi pagare. È così che ho accettato di venire da te quella prima sera, quando mi hai contattata su Tinder. Volevo solo fuggire, estraniarmi, dimenticarmi di avere un'anima e lasciarmi travolgere solo dai sensi corporei. Poi è successo che mi sono innamorata di te, in questi pochi mesi. Si, Daniel, io ti amo. Non ho mai saputo cosa volesse significare l'amore fino a quando non ho incontrato i tuoi occhi e capito che in quegli sguardi che posavi su di me c'era tutto quello di cui avevo bisogno. Ti amo. Ed è per questo che ho deciso di raccontarti questa parte di me che da sempre ti ho tenuto nascosto. Campo di grano con volo di corvi. Ti ricordi quando mi hai chiesto quale fosse il mio quadro preferito di Van Gogh? È proprio lui, quello che oggi hai spiegato a lezione. Perché quel quadro potrei averlo dipinto proprio io, ne conosco a memoria ogni aspetto, ho vissuto ogni pennellata sulla mia pelle, nella mia mente. Non ho resistito oggi, davanti alla tua spiegazione. Sono corsa via sperando di poter scappare da me, da te e da noi. Perché il mio essere depressa mi ha sempre terrorizzata e vivo con la paura di essere rifiutata, di essere meno amabile solo perché sono più fragile degli altri. Ma sto meglio, grazie a te. Sto meglio da quando ti ho incontrato. Attraverso i tuoi occhi mi sono vista davvero per la prima volta e come una persona normale, addirittura speciale. Non te l'ho mai detto per paura che potessi allontanarti, che questa situazione potesse portarti lontano da me. Ma non potevo più tenerlo dentro. Questa sono io. Sono sempre stata io.»

Mi fermo.

Non sento niente. Non sto tremando, non sto più piangendo. Non mi sono resa conto delle parole che mi uscivano dalla bocca finché non le sentivo anche io dopo averle già pronunciate.

Ce l'hai fatta.

È stato liberatorio. Catartico. Mi sento bene, leggera, libera da quella parte di me che tentavo di reprimere e nascondere. Lo guardo e gli accenno un sorriso.

Lui mi prende e mi abbraccia, senza dire una parola. Rimane stretto a me per interi minuti, sullo sfondo della basilica di San Pietro di notte ed una mamma luna, che da lassù sembra quasi sorridermi.

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora