4. Cloe

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L'odore pungente dell'alcool mi pizzica il naso mentre il tizio di Tinder apre la porta.

Un altro schifoso ubriacone, ottimo.

Chiudo gli occhi e cerco di respirare aria che non sappia di alcool, ma niente da fare.

«Buonasera»

Una voce così calda e profonda non l'avevo mai sentita prima.

Riapro gli occhi e quasi rimango senza fiato. Nell'attimo in cui incontro gli occhi suoi la puzza dell'alcool non esiste più.

Occhi verdi, come fondali marini mai esplorati. Con lo sguardo cerco di scavare a fondo. Quegli occhi custodiscono dentro lo stesso dolore che portano i miei.

 Quegli occhi custodiscono dentro lo stesso dolore che portano i miei

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Riesco a staccare lo sguardo e ad osservare l'intera sua immagine.

Alto, fisico asciutto e ben mantenuto, capelli e barba argentati.

«Buonasera», ripeto quasi con una punta di imbarazzo.

Faccio qualche passo in avanti per permettergli di richiudere la porta dietro di me e mi guardo intorno.

Mi trovo in un piccolo monolocale, un po' buio, ma stranamente accogliente.

Se è vero che una casa dice qualcosa sulla persona che la abita, direi che questa rispecchia proprio il classico uomo di mezza età che vive tristemente da solo, da chissà quanti anni.

Mi incuriosiscono tutti quei quadri e dipinti appesi alle pareti. La stanza ne è completamente tappezzata.

Un'amante dell'arte, dunque.

L'unica luce accesa proviene da una lampada da terra accanto ad un piccolo tavolino di legno, al centro del salone.

Tavolino su cui noto subito la colpevole di quest'odore pungente nell'aria: una bottiglia di whiskey Talisker.

D'altronde non potevo certo aspettarmi un vino pregiato e sofisticato sul tavolo di un uomo di cinquant'anni che contatta una ventenne su Tinder

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D'altronde non potevo certo aspettarmi un vino pregiato e sofisticato sul tavolo di un uomo di cinquant'anni che contatta una ventenne su Tinder.

Mentre mi perdo in congetture circa l'uomo con cui dovrò andare a letto questa notte, mi dimentico quasi di averlo dietro di me.

Ha appena sbattuto la porta e mi guarda con aria scocciata.

Ed io che pensavo mi sarebbe saltato addosso all'istante.

Gli rivolgo uno dei miei sorrisi smaglianti e maliziosi, che so essere una delle mie qualità migliori. Ma non ha l'effetto desiderato.

L'uomo si avvicina piano a me, dandomi modo di osservarlo meglio.

Quegli occhi verdi continuano ad incastrarsi nei miei.

Quella barba argentata, sembra così soffice, quasi mi viene voglia di accarezzarla.

Noto solo ora che le sue labbra sono carnose e delicate.

Ma perché mi sto soffermando su questi piccoli dettagli? Cosa me ne importa se tanto dopo stanotte non lo rivedrò più?

Falla finita. Vacci a letto e tornatene a casa.

Non so spiegarmi perché non riesco a smettere di guardarlo e di desiderare di avvicinarmi per poterlo osservare meglio e sentirne l'odore.

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