16. Daniel

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È tutta la sera che non riesco a smettere di guardarla e ridere. Abbiamo ritrovato quella complicità che ci è sempre appartenuta e che neanche dopo dieci anni ci ha abbandonati.

"Ci siamo incontrati nel momento sbagliato". Questa frase continua a rimbombarmi in testa per tutta la durata della cena. Probabilmente è stato così. Magari eravamo anche fatti l'uno per l'altra, ma non eravamo pronti per restarci a fianco. Io ero troppo preso dalle mie colpe fantasma riguardo a mia moglie e lei era nel bel mezzo di un malessere più grande di lei. Forse è stato meglio così.

Ci siamo incontrati nel momento sbagliato, ma ora voglio che questo sia quello giusto. Sono pronto. Sono pronto ad amarla come merita, a ricominciare tutto da capo con lei.

Dio se l'ho amata per tutti questi anni. Non ho mai smesso, nonostante abbia frequentato altre donne nel frattempo. Ma nessuna era lei e nessuna lo sarebbe stata mai.

«Ordiniamo un dolce, che dici?», mi chiede sorridendomi.

Quel sorriso. Il più bello che abbia mai visto.

«Direi che è un'ottima idea. Tu che prendi?», le domando.

«Prova ad indovinare. Se indovini vinci un premio», quel sorriso si trasforma nella versione maliziosa.

Quella che più mi faceva impazzire. E che ancora mi scuote dentro.

«Se queste sono le premesse, dovrò impegnarmi al massimo», la provoco.

«È fin troppo facile, quindi consideralo regalato quel premio. Vediamo se ancora mi conosci, dopo tutto questo tempo»

Il tortino al cioccolato con il cuore caldo.

Io ti conosco alla perfezione, piccola Cloe. Gli anni passano ma resterai sempre quella bambina a cui brillavano gli occhi di fronte ad un pezzo di cioccolata.

Faccio finta di trovarmi in difficoltà, mentre continuo a leggere la lista dei dolci dal menù

«Mmh, direi che tu prendi un bel tortino al cioccolato», rispondo facendole un occhiolino ammiccante.

«È inutile che ti vanti, te l'ho servita su un piatto d'argento», risponde ridendo.

«Non importa quanto tempo è passato, sei sempre la solita bambina», le dico con tenerezza.

Abbassa lo sguardo, spostandosi una ciocca di quei capelli rossi dietro l'orecchio. E sorride. Sorride mordendosi le labbra.

«Non ho mai smesso di esserlo», mi risponde allungando le mani verso le mie.

È in questo esatto momento che il mio cuore ha deciso di alzarsi e di correre verso il suo. È stringendo quelle sue piccole mani e guardandola negli occhi che i lunghi e pesanti anni passati sembrano non essere mai accaduti.

Siamo ancora noi. Esistiamo ancora.

Mi avvicino una mano al viso e le stampo un dolce bacio, aspettando solo il momento di poterlo depositare su quelle sue labbra tanto sognate.

Non ho mai smesso di amarti, Cloe

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora