9. Daniel

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Come al solito, anche questa mattina apro gli occhi prima della sveglia.

Neanche la sbronza riesce a togliermi la mia fottuta abilità di fregare il tempo.

Do uno sguardo all'orologio.

Le 8:00.

Che mal di testa.

Ieri sera devo esserci andato giù pesante.

Ieri sera...

Maledizione.

Mi alzo di scatto per interrompere il corso dei miei pensieri ed evitare che tornino a pensare a lei.

In bagno non posso evitare di guardarmi allo specchio mentre mi lavo i denti.

Da quanto tempo appaio così?

Da quanto i miei occhi sono così spenti?

Dio, mi faccio pena.

Mi pettino i capelli ormai quasi del tutto bianchi, colpa di questo tempo che spietato corre senza volersi fermare neanche per permettermi di riposare un attimo.

Neanche per farmi tirare le somme di questa mia vita di cui non riesco più a trovare un senso.

Ogni giornata si ripete uguale, scandita dagli impegni che in quanto professore universitario mi trovo ad avere.

Il lavoro. L'unica cosa che ancora mi tiene in piedi.

Ho basato tutta la mia vita sul mio lavoro.

Fin da bambino ero diverso da tutti i miei coetanei.

Mentre i miei amici si divertivano a giocare in piazza a pallone, o nei parchi giochi, io chiedevo a mia madre di portarmi alle gallerie d'arte.

I musei mi affascinavano. Le opere d'arte mi rapivano.

Sono cresciuto ammirando il talento degli artisti.

Mi chiedevo come potesse essere in grado una semplice mano umana di raffigurare persino Dio.

A fare del mondo un posto addirittura meraviglioso, trasfigurato in forme e colori paradisiaci.

E mentre studiavo l'Arte, provavo persino a creare la mia.

In questi cinquanta anni, sono stati molti i dipinti che ho realizzato.

Ma nessuno li ha mai visti davvero.

Solo mia moglie.

E tu l'hai uccisa.

Dio.

Prendo il mio completo blu scuro dall'armadio.

Giacca, camicia, cravatta e pantaloni.

Mi sento me stesso solo vestito così.

L'immagine di me come professore è l'unica cosa che riesce a conferire ai miei occhi quel poco di credibilità che mi resta.

Quel minimo di orgoglio e dignità in quanto uomo, in quanto essere umano.

Prendo un respiro profondo ed esco di casa.

Pronto ad affrontare un'altra giornata di lezioni, in questa Roma di inizio ottobre.

Pronto ad affrontare un'altra giornata di lezioni, in questa Roma di inizio ottobre

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