157. Cloe

61 9 2
                                    

La porta è aperta, riesco a vederla mentre mi faccio strada lentamente lungo il corridoio.

Mi starà aspettando.

Prendo l'ultimo respiro profondo. L'ultimo che mi separi da lui.

Ma che cazzo...

Il cuore inizia a saltare un battito dopo l'altro.

Cosa cazzo sta succedendo...

La borsa mi cade dalle mani, provocando un rumoroso tonfo.

Lui si gira.

Come ha potuto...

Stacca le labbra dalle sue e mi guarda.

Ma chi cazzo è questa? Dio, sto impazzendo.

Vorrei fare una di quelle scenate di gelosia da prendere e spaccare tutto. Vorrei entrare dentro quello studio e rovesciare a terra ogni foglio e libro che incontro.

Ma niente. Non riesco a fare niente.

Non riesco a muovermi. Non riesco a respirare.

Sento le gambe cedermi mentre le mani iniziano a tremarmi.

Continua a fissarmi.

Pezzo di merda.

Non parla. Se ne sta di fronte a quella stronza che non so chi sia e mi fissa.

Perché non parla? Perché non corre da me e si giustifica? Perché non prova nemmeno ad accampare qualche stupida scusa del cazzo per cercare di farsi perdonare?

Non vuole farsi perdonare?

L'ha fatto apposta?

È un modo per dirmi che non mi ama più? Che gli ho fatto talmente pena da scaricarmi dopo neanche una settimana e già rimpiazzarmi?

Sei la solita illusa. Pensavi di essere speciale.

Stronzate.

Nessuno è speciale. Siamo tutti sostituibili.

E mi ha sostituita. Così in fretta.

Fanculo.

Se anche ne avesse non voglio ascoltare nessuna scusa.

Lo fisso ancora negli occhi. Quegli occhi verdi del cazzo, mi hanno appena fatto a pezzi l'anima.

Li fisso mentre le gambe si abbassano a raccogliere la borsa da terra. Quasi come se non fossero mosse da me. Come se il mio corpo avesse acquistato piena autonomia e cercasse di scappare da solo da questa situazione.

Poi mi volto e me ne vado, correndo via da quel corridoio di merda.

Fanculo, Daniel.

Sei morto per me.

Ti odierò per sempre. 

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora