LA LUNA SA ASPETTARE

9. Cloe

E così, dopo dieci anni eccoli.

Quei dannati occhi verdi.

Adesso riesco a vederli meglio, e non posso negare che hanno ancora il potere di sconvolgermi.

Mi chiedo come sia possibile, dopo tutto questo tempo, e dopo quello che è successo provare ancora un tremore nello stomaco. È come se i nostri corpi vicini dessero origine ad una elettricità fuori dal tempo e dallo spazio. Qualcosa di più grande di noi che non possiamo controllare.

Sì. Mi sento ancora attratta da lui.

Mi viene quasi da ridere.

Dieci anni fa mi ha lasciata con un vuoto nel cuore che mi ci sono voluti diversi mesi e persone per colmarlo, e adesso me lo ritrovo davanti e riesco solo a pensare che tutto sommato è ancora così dannatamente affascinante.

«Sì, dopo tanti sacrifici ho realizzato il mio sogno. Sono davvero contenta», rispondo sorridendogli.

Percepisco il suo disagio.

Non deve essere facile neanche per lui.

Mi sorride. E di quel sorriso ne riconosco ogni angolo. Ogni incurvatura.

«Questo è per te, come augurio per tutto questo. Ti aspettava da troppo tempo», dice mentre mi porge la busta che ha tenuto stretta tutta la mattinata.

«Grazie», rispondo sfilandone piano il contenuto.

Un sorriso mi compare sul volto, mentre il cuore accelera ed una lacrima di commozione cerca di uscire fuori.

Sono io. Davanti ad un mare e alla notte stellata.

Rimango fissa a guardare quel meraviglioso dipinto, riuscendo a pensare solo a quella giornata al mare di dieci anni fa. Il ricordo è ancora indelebile.

«Non so cosa dire, Daniel. È meraviglioso...grazie.», mi giro e rigiro quella tela tra le mani. «E così ce l'hai fatta anche tu a ritornare a dipingere».

«Non potevo non dipingere te...», mi risponde guardandomi negli occhi.

Con quegli occhi.

Un brivido mi percorre la schiena e all'improvviso mi sento imbarazzata. Abbasso lo sguardo.

Come è possibile tutto questo?