26. Cloe

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Sono stanca. Voglio tornare a casa.

Il turno di oggi sembra eterno.

Il bar che di solito ci ruba tutti i clienti oggi è chiuso, per lutto ho sentito dire, e tutta la clientela si è riversata su di noi.

Sarà contento il capo, io invece sono solo stanca di trotterellare tra i tavoli e di preparare ogni tipo di bevanda e pietanza.

«Cloe, un whiskey Talisker al bancone per favore»

«Subito», rispondo ormai in modo automatico. Mi sembro un robot.

Talisker.

A distanza di ormai una settimana l'immagine di quella bottiglia sul tavolo è ancora nitida.

Quella spinta e quel rumore di vetri a terra.

Stronzo.

Mi affretto a preparare l'ordine richiesto per cercare di distrarmi.

Alla cassa continua ad esserci una massa di gente, in fila per pagare.

Non riesco a capire niente, con questo caos.

Una fitta alla testa mi fa fermare un attimo.

Chiudo gli occhi, prendo un respiro profondo, mi giro, e poggio il bicchiere pieno sul bancone.

«Il Talisker è pront...»

Oh, cazzo. Non è possibile.

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