2. Daniel

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Rimango qualche minuto a fissare il quadro che ho tra le mani, prima di infilarlo in una busta regalo.

Il suo ritratto.

Sorrido.

Sono passati dieci anni, ma il ricordo di quella giornata al mare è ancora indelebile dentro di me.

Il ricordo di ogni attimo passato con lei.

Ricontrollo il mio aspetto allo specchio e quasi rido di me stesso.

Vuoi fare di nuovo colpo? Hai ormai sessant'anni. E lei trentatré. I bei tempi sono passati. Tu li hai fatti finire nel peggiore dei modi.

Assurdo. È passato così tanto tempo e ancora non riesco a fare pace con quella parte di me che mi ha permesso di allontanarla da me. Non avrei mai dovuto permetterlo.

Forse però nulla è stato vano.

Oggi inaugura l'apertura della sua casa editrice. Ho i brividi al solo ricordare la telefonata del direttore dell'università, quando qualche settimana fa mi ha annunciato che avremmo collaborato con tale casa editrice e che eravamo invitati all'inaugurazione.

E che lei ne era la fondatrice.

La mia piccola Cloe.

Non riuscivo a crederci. Il suo sogno. Ce l'ha fatta.

Metto ancora un po' di gel sui capelli ormai quasi del tutto bianchi e mi aggiusto la cravatta blu. Quella che mi dona di più.

E se non si ricordasse di me?

Mi scruto allo specchio e cerco di fare un bilancio di questi ultimi anni. Sono invecchiato troppo in fretta? Sono ancora attraente così come lei mi vedeva?

Un'altra risata esce spontaneamente.

Meglio uscire, altrimenti arriverò in ritardo.

Mi assicuro di prendere il quadro. Non sono mai riuscito a darglielo e spero che lo apprezzi come regalo di congratulazioni.

Spero si ricordi di quella giornata. Di noi.

E spero sia felice e che lo sia stata lontana da me. 

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora