38. Cloe

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Stanca della giornata, arrivo in fermata e mi siedo su una panchina lì accanto, per aspettarlo.

Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal rumore delle macchine.

Mi perdo immaginando la vita della gente.

Chissà dove staranno andando le persone a quest'ora?

Qualcuno tornerà dalla moglie che non vede da tutta la giornata, dai figli per abbracciarli forte e sollevarli in aria.

Qualcuno tornerà dai suoi genitori e si perderà tra le loro calde braccia.

Sensazione che non proverò mai.

Qualcuno, come me, farà ritorno invece in una casa vuota, e si rinchiuderà tra le mura della sua solitudine.

L'unica fedele compagna.

Mi lascio condurre via da quei pensieri, quando il rumore della frenata di un autobus mi riporta alla realtà.

Apro gli occhi di scatto, e vedo un autobus fermo alla fermata, nella via opposta alla mia.

Odio quando frenano così all'improvviso.

Poi l'autobus riparte, lasciando libera la visuale di fronte a me.

Cazzo.

Il cuore comincia ad accelerare e la testa mi va nel panico.

E adesso che faccio?

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