111. Cloe

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Il senso di libertà che mi provoca l'essermi aperta e sfogata circa la mia situazione familiare e il mio blocco poetico è immenso e inaspettato. Sono sempre stata convinta che dare voce ai propri problemi non facesse altro che alimentarli, ma soprattutto non mi è mai capitato che qualcuno si interessasse così a me. Che mi facesse domande per capire davvero i miei sentimenti, le mie paure. Per sapere cosa mi accade o mi è accaduto nella vita.

Mi lascio cullare dal rumore del mare mentre rimango stretta nel suo abbraccio. Dormire da lui questa sera, è l'unica cosa di cui al momento ho bisogno. È come se mi avesse letto nel pensiero. Mi stacco piano da lui, lo guardo negli occhi e gli sorrido.

«Hai qualche altra domanda per me?», gli chiedo con tono ironico.

«Si, in realtà avrei un'altra curiosità», mi risponde sorridendomi in modo provocatorio.

«Sentiamo, professore...»

«Quanto ti piaccio da uno a dieci?"», mi chiede facendomi l'occhiolino come fosse un tredicenne.

Scoppio a ridere.

La capacità che quest'uomo ha di annullare ogni anno che si porta sulle spalle e di comportarsi come un bambino è disarmante. Deve aver vissuto una bella infanzia e a volte percepisco come se volesse rivivere quegli attimi e dimenticarsi di tutto il resto.

«Che fai come i bambini?»

«Beh, a stare con le bambine ci si deve adattare», mi risponde pizzicandomi i fianchi e tentando di fare il solletico, che tra l'altro soffro terribilmente.

Scoppio a ridere mentre cerco di divincolarmi dalla sua presa.

«Va bene, va bene, ho capito»

«Allora, non hai ancora risposto», mi incalza continuando a solleticarmi la pancia.

Gli prendo le mani e tenendole ferme giù lungo i fianchi mi avvicino alle sue labbra e lo bacio. Sento le sue braccia smettere di opporre resistenza alla mia presa e stringersi dietro la mia schiena, tirandomi a sé. Gli accarezzo i capelli mentre muovo il collo a ritmo dei suoi baci voraci.

Stacco piano le mie labbra dalle sue.

«Ti piace come risposta?», sussurro.

«Mmh sì, ma ripetimela di nuovo», sussurra a sua volta, prendendomi il viso tra le mani e riprendendo a baciarmi.

Rimaniamo così, in piedi, di fronte al mare, a baciarci come adolescenti.

Poi, inebriati da tutto quel connubio di passione e dolcezza, ci sdraiamo sulla sabbia, l'uno accanto all'altra e in silenzio osserviamo lo spettacolo davanti a noi.

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora