139. Cloe

56 8 3
                                    

Cammino avanti e indietro lungo tutto il perimetro della mia camera da letto. Sono tormentata. Agitata. Terrorizzata. Fra qualche minuto lui sarà qui. Dovrò entrare nella sua auto aspettandomi una sua reazione preoccupata e di compassione. Dovrò aspettarmi una valanga di domande e avere il coraggio di rispondere. E finalmente dovrò lasciare la presa e raccontare tutto, confidare la parte più oscura e profonda di me.

Ho paura del rifiuto. Ho paura che il mio malessere alteri la percezione che lui ha di me. Come se stare male, essere depressa, mi rendesse meno degna di amore. Ho paura di rovinare l'unica cosa bella che mi sia capitata in tutta la mia vita. Di allontanare l'unica persona che io abbia mai amato. Ma è arrivato il momento di restare completamente nuda di fronte a lui, perché più aspetto e più mi innamoro di lui.

E più mi faccio male.

Vado in bagno e mi guardo nello specchio. I capelli mi scendono lungo le spalle e la schiena. Lunghi, ricci e indomabili. Gli occhi sono spenti. Cerco di sistemare l'alone violaceo che li contorna, formatosi a forza di strofinarmi gli occhi per asciugarmi le lacrime della giornata. Non mi trucco, non ne ho bisogno. Quella che oggi dovrà sedersi accanto a lui è la mia anima e non questo corpo. Prendo un respiro profondo e mi siedo sul letto, aspettando di sentire il rumore della sua macchina che frena davanti al cancello.

Eccolo.

Dopo qualche minuto, lo sento, il freno a mano tirato. La presenza di un'auto sotto casa.

Ce la puoi fare.

Scendo le scale, apro il portone e me lo ritrovo in piedi, davanti al cancello.

Sento lo stomaco contorcersi e il cuore correre a perdifiato. Gli rivolgo un debole e finto sorriso e salgo in macchina.

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora