LA LUNA SA ASPETTARE

76. Daniel

"Questo dipende da te".

Già.

Se solo questa sera dipendesse da me io la prenderei ora, al diavolo la cena, al diavolo tutto.

È di fronte a me, mi sorride mentre sorseggia il vino ed è dannatamente bella.

Sembro quasi più imbarazzato io che lei.

Mi stupisce sempre di più, mostrando quel suo lato provocatorio ed ironico, che sembro io il ventenne qui.

Non so mai come approcciarla, come comportarmi.

Anche se mi viene molto naturale seguirla con la sua ironia e mi viene naturale anche provocarla.

Ma cerco di aspettare almeno dopo la cena, non voglio andare di fretta e voglio seguire il suo volere.

Capire cosa davvero vuole lei.

Mi guarda con quegli occhi profondi e con quelle ciglia lunghe, sembra quasi in cerbiatto indifeso.

Ma se spostassi lo sguardo su quelle labbra rosse non vorrei altro che ritrovarmi quel rossetto su ogni angolo della mia camicia bianca.

Quelle labbra carnose, curvate in un sorriso quasi malizioso.

Lo fa apposta.

Mi farà dannare per averla cacciata la prima sera. Per averla avuta qui e mandata via.

Ne sono sicuro.

Guardo l'orologio da cui ho attivato il timer. Ancora 5 minuti e la pasta è pronta.

Devo allontanarmi da lei, oppure finisce male.

«La pasta è quasi pronta», dico, poggiando il bicchiere sul tavolo e dirigendomi verso la cucina.

Con un mestolo giro la pasta che è quasi si stava incollando sul fondo della pentola, e nel frattempo metto a riscaldare il sugo a fiamma bassa.

«Accomodati pure, tra due minuti arrivo».

La sento spostare la sedia e sedersi.

Aspetto che la cottura finisca e ripasso in padella la pasta con il sugo.

Poi la raggiungo in salotto, pronto per servirla.

Spero davvero che le piaccia.