86. Daniel💖

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Mi sveglio ancor prima che la sveglia suoni, come spesso accade.

Apro gli occhi e la vedo, raggomitolata a fianco a me, come una bambina. Ha la testa appoggiata quasi sul mio petto. Per un attimo mi sento mancare il fiato.

Non dormo con una donna da troppo tempo ormai. Sono solito riempire tutto il letto con solo il mio corpo, per non sentire alcun spazio vuoto. Per non avvertire la mancanza di qualcuno da stringere a me.

E ora è lei ad occupare quel vuoto che a stento da solo riesco a coprire. Ed è meravigliosa.

I lunghi capelli ricci e scuri sono stesi lungo tutto il cuscino, sembra un quadro.

La mia Venere di Botticelli.

"Mia".

Al solo pensiero il panico mi assale. Forse sto correndo troppo. Devo cercare di controllarmi o qui ci facciamo male entrambi.

Ma non riesco a fare a meno di guardarla e quasi commuovermi. Non sono sicuro di meritarmela.

Ovviamente no.

Mi considero una pessima persona ormai da anni per potermi meritare qualsiasi cosa o persona appartenente a questo mondo.

Cercando di non svegliarla mi prendo del tempo per guardarla meglio, sotto i primi raggi del sole, che piano le scaldano la pelle. Le accarezzo dolcemente la spalla e faccio scivolare la mano lungo il braccio, fino ad arrivare al fianco.

La sua pelle è così chiara, delicata, ho quasi paura possa creparsi sotto le mie dita.

La stringo piano a me. Voglio sentirla tra le braccia ancora per un po'. Vorrei che questa diventasse la mia quotidianità. Svegliarmi con lei al mio fianco, ogni mattina.

È così piccola.

Ho paura di farle del male se la tengo legata a me. Ha così tanta vita da vivere.

Potrei essere così egoista da privarla dei suoi anni migliori per riempire la solitudine di un uomo di mezza età come me?

É troppo tardi ormai.

Le sposto piano i capelli dal viso e le sorrido mentre lentamente apre gli occhi.

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora