60. Daniel

88 12 9
                                    

Questo silenzio non mi piace.

Mia moglie.

Invitandola nel mio studio sapevo l'avrebbe vista, impossibile non notare quel dipinto al centro della stanza.

Forse è proprio quello che volevo, per togliermi questo peso il prima possibile.

Dirle che sì, avevo una moglie e ora non c'è più.

Vedendola imbarazzata e con lo sguardo verso il basso, quasi mi pento di questa scelta.

Devo darle spiegazioni.

Da dietro di lei mi avvicino e le metto una mano sulla spalla.

«Quella è mia moglie, da qualche anno non c'è più. Si è tolta la vita. Ma io sto bene.», le accarezzo la spalla.

Si è tolta la vita. Ma io sto bene.

Cazzate E così dovresti farla stare tranquilla?

Dio, sono proprio un cretino.

«Mi dispiace davvero tanto, non volevo...» Risponde, mentre si gira verso di me, continuando a guardare in basso.

«Forse è meglio che vada.»

Andare? Perché?

Non adesso.

«Cloe, va tutto bene. Preferisco non parlare di mia moglie, ma sono passati anni. Io sono andato avanti. Sono qui.»

Continua a non guardarmi.

Ma ho bisogno di vederla negli occhi, per capire davvero cosa sta provando.

«Forse non è la cosa giusta, non dovrei stare qui. Come il tuo discorso sull'amore impossibile...»

No. Nessun amore impossibile tra noi.

E voglio farglielo capire adesso.

Non mi importa di niente in questo momento. La voglio guardare negli occhi e lasciare andare quel fottuto freno a mano che non so neanche perché io l'abbia messo quella prima sera.

Le alzo il mento con la mano e finalmente i nostri occhi si guardano.

Quegli occhi color cioccolato saranno la mia condanna.

Quella pelle così morbida e pallida tra le mie dita, segnata da piccole e chiare lentiggini. Sembra quasi una bianca tela costellata di stelle.

La mia notte stellata. È lei. L'ho trovata.

E quelle maledette labbra, così carnose, che brillano sotto un delicato strato di lucidalabbra, che sì, so essersi messa per me.

Che dannata voglia di baciarla.

«Cloe, vuoi sapere cosa davvero penso di quel quadro? Di quei due amanti che sono sul punto di baciarsi?», le sussurro, quasi sul punto di cedere.

Non resisto più.

La vedo arrossire e mordersi le labbra, mentre con la testa annuisce.

Ma sì, fanculo.

«Penso che non ci sarà nessun bacio rimasto sospeso...»

Le prendo il viso con entrambe le mani e mi chino su di lei. Lei si avvicina a me, schiude quelle labbra paradisiache e io mi ci tuffo dentro.

Dio, che meraviglia.

Dio, che meraviglia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora