156. Daniel

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Dopo aver risposto alle domande di Gloria, che non richiedevano affatto un ricevimento, mi fermo un secondo fingendo di sistemare dei fogli sul tavolo.

Sono un uomo di merda. Ma non mi viene in mente altro. Tra poco lei sarà qui e dovrà odiarmi. Devo farmi odiare.

«Gloria, sto per farle una richiesta inusuale che può assolutamente non accettare, ma ho bisogno di lei.»

«Mi dica professore», i suoi occhi si illuminano.

Lo so. Lo so che lei è interessata a me.

«Posso baciarla?»

Dio, come sono caduto in basso. Mi fa quasi ribrezzo sentirmi pronunciare questa richiesta. La mia reputazione di stimato professore andrà a puttane dopo tutto questo.

Cloe. La devi salvare da te. Questa è la cosa più importante adesso.

«Fra pochi minuti sarà qui una persona importante per me, ma per il suo bene devo fare in modo che non voglia vedermi mai più. Per questo le chiedo solo un bacio. Ma non si illuda, la prego. Non ci sarà niente dopo tutto ciò»

«Va bene, accetto. Un bacio non mi costa nulla e se posso aiutarla ne sono felice. A lezione oggi mi è sembrato davvero scosso e ho temuto che potesse non sentirsi bene da un momento all'altro. Non mi piace che lei stia così, non se lo merita».

Perché tutti credono che io sia una così brava persona? In questo momento sto per fare a pezzi l'unica persona che amo di più al mondo.

«La ringrazio, Gloria. Le prometto che questo non intaccherà il rapporto professionale e che nessuno verrà mai a saperlo.»

Eccola.

Maledizione.

La amo talmente tanto da riuscire a riconoscere il rumore dei suoi passi. Si fanno sempre più vicini. Senza avere del tempo per pensare mi avvicino a Gloria e le prendo il viso tra le mani.

Dio, merito l'inferno.

Chiudo gli occhi per non assistere al pietoso spettacolo che ho creato e uso tutta la forza che mi è rimasta per respingere le lacrime che pregano di uscire, appena le mie labbra toccano le sue. 

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora