LA LUNA SA ASPETTARE

132. Daniel

Osservo commosso il mio stesso polso effettuare movimenti sinuosi per permettere al pennello di tracciare morbide pennellate marroni. I suoi lunghi capelli ricci occupano ora la parte centrale della tela bianca. Pulisco il pennello con un pezzo di scottex e lo intingo nel celeste, mescolandolo con una punta di verde. Ora tocca alle onde del mare. Muovo frenetico la mano per l'eccitazione di trovarmi di nuovo a dipingere. Ancora non riesco a crederci. Traccio le onde sulla tela e riesco a sentirne il rumore. Poi mi fermo, chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo. Ho realizzato il contorno del suo corpo, dipinto i suoi lunghi capelli e il mare. Per stare può bastare. Non voglio esaurire tutta la mia ispirazione in un solo attimo. Voglio che la gioia di dipingere duri il più possibile, anche se questo vorrà dire metterci più tempo del previsto per realizzare questo quadro. Cerco di immaginare la sua faccia quando glielo regalerò, un giorno. Se mai lo farò. Immagino il suo sorriso incurvarsi sul volto candido e magari i suoi occhi profondi diventare lucidi per la commozione.

Un quadro come regalo, a lei che ha mi ha donato di nuovo la voglia di fare Arte.

La mia Arte.

Lascio la tela sulla scrivania, sorretta da un piccolo cavalletto da tavolo, e vado a pulire in bagno i pennelli sporchi. Poi mi butto sul letto. Prendo il telefono e le scrivo. Sono ormai le 22.30.

"Buonanotte Cloe, vorrei che fossi qui con me ora. Ti bacio dolcemente."

Vado in bagno a lavarmi i denti e a mettermi velocemente il pigiama. Sento il telefono vibrare. Ritorno sotto le lenzuola e leggo sullo schermo:

"Buonanotte a te, Daniel. Anche io vorrei essere lì. Tanti lunghi e dolci baci".

Sorrido. Poggio il cellullare sul comodino e spengo la luce.

Non mi sono mai sentito più vivo di così.