Quella mano sul viso, nessuno me l'ha fatta mai scivolare così sulla pelle.
Di solito gli uomini mi fanno battute squallide, mi prendono senza troppi complimenti e mi scopano senza neanche rendersi conto che dietro il mio corpo c'è un'anima, una persona, una semplice ragazza.
E forse è meglio così, neanche io voglio avere a che fare con l'anima mia.
Così passo, di notte in notte, a vendere il corpo mio ai migliori acquirenti.
Che ci facessero quello che vogliono.
Ma i brividi mi hanno invasa tutta, al tocco di quelle dita così calde e leggere.
Lo guardo fisso negli occhi, cercando di cogliere di più di quel dolore che ho intravisto in quel primo sguardo.
Quasi per instaurare una connessione con lui. Per non sentirmi più sola.
Forse di anime come me ce ne sono.
«Aia, ma che cazzo fai!»
Di colpo mi trovo all'angolo del tavolo, con lo spigolo incastrato nel fondoschiena e quella bottiglia di merda che mi si rompe ai piedi.
Non capisco.
«Vattene via...», mi sussurra con voce distaccata, senza neanche degnarmi di uno sguardo.
«Cosa?!», continuo a non capire.
Ma cosa gli è preso?
«Ho detto vattene via!».
«Guarda che sei tu che mi hai contattata per scoparmi, lurido schifoso. E ora che sono qui hai pure il coraggio di spingermi via e di cacciarmi», gli urlo in faccia.
«Ti prego vattene a casa, ragazzina», con una mano tira fuori i soldi dal portafoglio e me li porge.
No.
Non li voglio quei soldi del cazzo.
«Tieniteli pure i tuoi soldi sporchi, sei come tutti gli altri uomini. Anzi peggio. Gli altri almeno hanno avuto il coraggio di scoparmi!».
La rabbia mi sta accecando.
La rabbia per essere stata una stupida a pensare che fosse diverso. Che quegli occhi e quelle mani fossero diverse dalle altre incontrate fino ad ora.
La solita stupida.
Non mi ha neanche spogliata, eppure mi sento come se fossi nuda davanti a lui.
Una piccola inutile bambina, davanti a uomo che la sta lapidando ed umiliando.
Forse non sono abbastanza neanche per un vecchio del cazzo.
«Sei proprio una ragazzina, tornatene a casa da mamma e papà...».
No.
Questo non può permetterselo.
Lui non sa niente di me e di quei genitori ricchi da fare schifo, che non mi hanno mai voluta.
Che mi riempiono di soldi, senza mostrare il minimo interesse per me.
Senza rendersi conto che hanno messo al mondo una persona e non uno stupido oggetto.
Con il mio corpo avrebbe potuto fare quello che vuole, glielo avrei permesso, ma con la mia vita no.
«Tu non sai niente di me. Credi che non avrei preferito stare a ballare e divertirmi ad una festa con degli amici, o nel mio letto a dormire serena, invece che venire qua per scopare uno stronzo viscido come te?».
Le lacrime quasi mi scendono sul viso.
Ma questo no, non posso farlo.
Non posso permettermi di umiliarmi anche da sola.
Lui, di fronte a me, alza ora gli occhi, finora rivolti a terra.
Per un attimo sussulta, per un attimo penso che mi chieda scusa e mi tiri a sé.
Invece apre solo la porta, e con la mano mi fa il gesto di uscire.
Come si fa con i cani.
Che stronzo.
Lo guardo fisso negli occhi, mentre varco la soglia.
«Vaffanculo!».
Sbatto la porta e corro via in lacrime da quella casa di merda.
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LA LUNA SA ASPETTARE
ChickLitQuesta è la tormentata e profonda storia di una giovane ragazza depressa e di un professore d'arte di 30 anni più grande di lei. ❤️🔥📖🌙 . [Trama più dettagliata] Cloe, una giovane poetessa dalla vita spezzata, trova rifugio nelle braccia di scono...