130. Daniel

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Osservo i miei numerosi appunti sparsi sulla scrivania. Non imparerò mai ad essere ordinato. È quasi ora di cena ormai, ma finalmente ho finito di preparare le lezioni per domani. Prendo i fogli uno ad uno e li sistemo nella mia ventiquattrore. Poi mi dirigo in cucina e tiro fuori un trancio di salmone da mettere nel forno a microonde. Il mio piatto salva cena, in cinque minuti sarà tutto pronto ed io potrò distendermi nel letto e sfruttare il silenzio di questo appartamento per pensare a lei.

La sua bianca schiena sullo sfondo del mare. Il fermo immagine della giornata di ieri mi appare davanti agli occhi e l'adrenalina mi scorre nelle vene. All'improvviso ricordo il preciso momento in cui ho sentito dentro di me accendersi di nuovo l'ispirazione di dipingere. Di dipingere lei.

Senza pensarci un secondo di più e mosso forse dalla forza dell'Arte, vado in camera e tiro fuori delle scatole da sotto il letto. Le scatole con tutto l'occorrente per dipingere. Sono qui sotto da non so più quanti anni ormai. Mi tremano le mani mentre sollevo i coperchi e il cuore mi corre veloce nel petto. Afferro una tela bianca ancora imballata nella sua plastica e prendo l'astuccio che contiene tutti i miei pennelli. Dall'altra scatola tiro fuori i tubetti di colori acrilici, incredibile come si siano conservati dopo tutto questo tempo.

Il suono del timer del microonde mi riporta alla realtà. Corro in cucina a spegnerlo e mi divoro il trancio di salmone in neanche cinque minuti. Ora che l'ispirazione mi ha toccato di nuovo non posso permettermi di farmi distrarre da niente e nessuno. Ritorno in camera, prendo tutto il necessario e lo appoggio sulla scrivania.

Prendo un respiro profondo e prendo tra le mani il pennello. Il primo pennello da non so quanti anni.

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora