4. Daniel

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Sono in ritardo.

Il traffico mi ha rallentato di una mezz'ora piena. Per fortuna riesco a trovare parcheggio poco distante dall'edificio.

Sono agitato. Più del normale.

Dopo dieci anni, potrò rivederla.

Prima di girare l'angolo che mi porterà di fronte all'entrata di Lunar mi fermo e prendo un respiro profondo. Poi svolto a destra e mi ritrovo davanti ad un edificio in vetro. È pieno di gente, gli ospiti devono essere arrivati tutti. Mi vergogno del mio ritardo e con l'adrenalina in circolo apro la porta, buttandomi nella mischia.

Un gran vociare di gente mi manda in confusione. La maggior parte dei volti sono sconosciuti e parlano tra di loro mangiando panini e sorseggiando champagne. In pochi secondi adocchio il mio direttore e alcuni miei colleghi che mi fanno cenno di unirmi a loro.

«Eccoti Daniel, temevamo ti fossi perso», esclama il direttore porgendomi un calice pieno.

«Purtroppo, ho trovato traffico, ma ora sono qui»

«Hai già salutato Cloe?», mi domanda un mio collega.

Il sorso di champagne che ho appena bevuto mi va quasi di traverso. Tossisco.

Cloe. Sentire il suo nome pronunciato all'improvviso da una bocca estranea a tutto ciò che io e lei abbiamo vissuto, mi provoca un effetto indesiderato.

«Come scusa?», chiedo fingendo di non aver capito la domanda.

«Cloe, la fondatrice di Lunar. Hai avuto l'occasione di salutarla? Se vuoi te la presento io», interviene il direttore.

Bella questa.

Dovrei essere io a presentarla a loro. Io l'ho conosciuta davvero. O almeno credo.

«Mmh no, ancora non ho avuto modo. Credo che andrò a rinfrescarmi un attimo al bagno e poi la cercherò tra questa folla.»

«Come preferisci. Il bagno è laggiù, in fondo a destra», il mio collega mi indica la strada ed io mi precipito senza pensarci due volte. Con il calice di champagne in una mano e la busta con il dipinto stretta nell'altra.

Ho bisogno di aria.

Sto quasi per svoltare l'angolo quando mi sembra di vederla. Una donna di spalle. Una lunga chioma di capelli ricci che ricadono su un tailleur blu.

Sono rossi. Non può essere lei.

Prendo un respiro di sollievo ed entro in bagno.

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora