154. Daniel

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Non so neanche come ho fatto ad arrivare alla fine delle lezioni. Chiudo gli occhi un secondo mentre l'aula si svuota e gli studenti se ne tornano a casa. Una fitta allo stomaco mi colpisce all'improvviso. Tra poco lei sarà qui.

Stai calmo. Non farti prendere dal panico.

Mi reggo allo spigolo del tavolo, fingendo di sistemare i miei appunti e di non avere appena avuto un capogiro. Con la coda dell'occhio vedo una ragazza avvicinarsi verso di me.

Dio, ancora lei.

Si chiama Gloria, è una studentessa che in qualche modo mi gira sempre in torno da anni. Mi scrive numerose e-mail per qualsiasi cosa. Ogni dubbio su testi da studiare o questioni non capite a lezione è un buon pretesto per scrivermi. Da buon professore ho sempre risposto, ma ammetto che spesso la sua continua presenza nella casella di posta mi angosciava. Ho persino pensato che in qualche modo potessi averle dato io una strada idea, l'illusione di essere interessato a lei.

«Mi scusi professore», la sento sussurrare piano, mentre il rumore dei miei pensieri si fa più basso.

«Dica pure»

«Sarebbe disponibile per un ricevimento veloce? Avrei qualche domanda da farle su una questione che non mi è chiara per l'esame»

Si, maledizione. Lei. Lei mi salverà da tutto questo.

«Certamente. Venga pure con me», le rispondo mentre raccolgo i miei fogli sparpagliati sul tavolo e li ripongo nella ventiquattrore.

Lei sarà la ragione per cui mi farò odiare

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