106. Daniel

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Sa di buono. Ha il sapore delle cose belle.

Non credo di meritarla, ma in questo preciso istante me ne fotto.

Le afferro il viso tra le mani e la tiro a me. In piedi, davanti al mare, io e lei, in una mattina di metà ottobre, senza nessuno a guardarci.

Sembra fatto apposta.

Sembra che l'universo abbia architettato tutto per una ragione. Non può essere un caso il nostro condividere ora questo esatto momento, labbra contro labbra.

«Vieni con me», le sussurro staccandomi da lei e prendendole la mano.

Percorro pochi metri, fino ad arrivare di fronte ad un vecchio stabilimento ormai fuori uso. Quello dove passavo l'estate da piccolo. La porto nel punto esatto in cui giocavo a calcio con i miei cugini. Da quanto tempo...

«Eccole. Sotto di te, da qualche parte, ci sono le orme di un me bambino.»

Vedo i suoi occhi diventare lucidi.

La sua sensibilità, la sento toccarmi l'anima ogni volta che i nostri occhi si incontrano.

Chissà quanto pesante deve essere per lei reggerla da sola. Vorrei strapparle quel suo troppo sentire, ad ogni sguardo. Prenderne un po' in prestito per permetterle di sorridere felice, ma felice davvero.

«Sono contenta di essere qui, davvero. Grazie. », mi sussurra con voce rotta.

Io la prendo e la abbraccio, senza rispondere.

Non c'è bisogno di dire nulla.

«Allora...», cerco di cambiare atmosfera, «proviamo a vedere com'è l'acqua o prima mangiamo?»

«Mmh, prima il bagno e poi la pizza». Si stacca da me e prendendo dalla borsa il suo telo viola lo sistema sulla spiaggia, poggiandoci sopra i cartoni con la pizza.

Rido.

«Agli ordini!», adagio il mio telo accanto al suo e inizio a svestirmi.

Nel frattempo, la guardo sfilarsi l'abitino fiorato. Osservo il suo corpo rimanere bianco e puro davanti a me, coperto solo da un bellissimo bikini blu che le sta divinamente.

Dio, è perfetta.

Non riesco a staccarle gli occhi di dosso.

Lei se ne accorge e mi rivolge uno di quei suoi sorrisi maliziosi. Così mi farà impazzire completamente.

«Che fai, continui a guardarmi o ti sbrighi a toglierti quei pantaloni?», nel mentre si morde un labbro.

Lo fa apposta.

«Sarà meglio che inizi a correre e tuffarti prima che io ti prenda...»

«Altrimenti cosa mi fai...», continua a provocarmi.

Mi sfilo di corsa i pantaloni rimanendo solo con i miei boxer blu e faccio uno scatto come per afferrarla, ma lei inizia a correre ridendo e si tuffa in mare. Senza pormi il problema di come possa essere la temperatura dell'acqua in questa giornata d'ottobre, la seguo e mi butto.

È abbastanza fredda, ma mi fa sentire così vivo.

Appena riemergo me la ritrovo davanti.

I capelli bagnati, ricci e lunghi le avvolgono il corpo. Con le mani si strofina gli occhi dall'acqua salata.

«Adoro l'acqua di mare», dice leccandosi le labbra.

«Vieni qua, bambina dispettosa». La afferro per i fianchi e la stringo a me.

Mi accorgo che sta per ribattere, ma senza darle l'opportunità di dire l'ultima parola, la bacio. Con tutta la passione che ho. Sotto i raggi del sole che rendono le onde intorno a noi un mare di scintille danzanti.

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora