31. Daniel

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Apro la porta di casa e mi butto sul divano.

Smettila di pensarla. Le farai solo male.

Ci prova, la mia mente, a frenare il desiderio di lei.

Qualcosa che non so spiegare si agita in me.

Dovrò riuscire a contrastarlo, così non posso continuare.

Quindi lavora a due passi da me? Se domani esco alla stessa ora la trovo?

Dio.

Non posso fare finta di niente sapendo che forse posso vederla ogni giorno.

È un bar, nessuno può impedirmi di entrare. Non le parlerò, non le darò fastidio.

Voglio solo vederla ancora e ancora.

Incrociare quegli occhi scuri e profondi e lasciare che siano i miei a chiederle scusa.

Scusa per essere stato uno stronzo.

Dirle che il problema non è lei. Sono io.

Sono sempre io il problema.

Mi spoglio e mi sdraio sul letto.

Prendo sonno con difficoltà, tormentato dal pensiero delle sue mani che hanno sfiorato le mie, passandomi quel bicchiere di whiskey.

Erano morbide e piccole.

Sì, così piccole.

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora