53. Cloe

89 13 5
                                    

Ci siamo.

Davanti all'entrata dell'università mi fermo per prendere un respiro profondo.

Ma cosa sto facendo?

Il panico mi assale. Non posso fuggire proprio ora.

È ora di guardare in faccia quello che ho dentro. Voltarmi indietro e scappare non sarà la soluzione, se tanto il suo viso lo ritrovo in ogni dove.

Osservo la vista davanti a me.

Un'università mozzafiato. È sempre stata a due passi da me, e non ci ho mai fatto caso.

Un paradiso terrestre.

Una villa immersa in un immenso giardino, colorato ora di rosso e arancione.

Cercando di respirare profondamente, varco l'ingresso, attraverso il parco, e mi ritrovo davanti al portone.

Ad accogliermi vi è un imponente scrivania di legno antico, con delle ragazze che quasi mi guardano male.

Solo in quel momento realizzo che indosso ancora i panni del lavoro, forse anche sporchi, di certo non consoni a quest'ambiente così facoltoso.

Non mi interessa. Io sono venuta solo per lui.

Mi rivolgo ad una delle ragazze.

«Scusami, per caso sai dove posso trovare il professore Daniel?», chiedo timidamente.

Le due si rivolgono degli sguardi come per prendersi gioco di me. Le vedo quasi ridere.

«Vuoi forse dire il professore Durantini?!»

Che figura.

"Il professore Daniel".

Chi mai lo chiamerebbe così. Chissà cosa penseranno di me.

Ma il suo cognome non lo so.

«Si, scusate...», dico, con voce imbarazzata, sperando che Durantini sia proprio lui.

«Sta tenendo una lezione in aula magna, in fondo al corridoio».

Il cuore inizia ad accelerare.

È qui in università. In fondo al corridoio.

«Grazie mille.», rispondo.

E mi incammino lungo il corridoio.

In questi eterni secondi a farmi compagnia vi sono maestose colonne in marmo ed un pavimento a scacchi, estremamente elegante.

Aula magna.

Eccola. Ci siamo.

Con l'adrenalina che mi scorre in ogni fibra del mio corpo, prendo un respiro profondo, e apro la porta.

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora