22. Cloe

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Davanti alla porta dell'abitazione prendo un respiro profondo prima di suonare il campanello.

Non voglio rivivere una serata come quella di ieri.

Non voglio dover affrontare di nuovo un rifiuto.

Ad aprirmi la porta è un ragazzo.

Bellissimo.

Alto, capelli ricci e mori, occhi scuri.

Fisico statuario.

Questa notte mi è andata bene.

Non faccio in tempo ad entrare che me lo ritrovo davanti a me.

Mi afferra per i fianchi, mi palpa il culo e inizia a baciarmi.

Diretto, come si fa con le ragazze che si scopano a pagamento.

I convenevoli non sono contemplati, di solito.

E va bene così, non me ne frega niente.

Che mi prenda subito ed in fretta.

Ci mette un attimo a spogliarmi e a buttarmi sul letto, in una camera che non faccio in tempo neanche a guardare.

Con il suo corpo tra le mie gambe, chiudo gli occhi e lascio che i brividi di quel momento mi portino lontano da lì.

Ne avevo bisogno. La mia dose quotidiana di alienazione.

Dose che dura sempre così poco.

Questa sera ancora meno del solito.

Il ragazzo, di cui non ricordo neanche il nome, si accascia accanto a me, esausto come se avesse scalato una montagna.

Poi mi guarda e avvicina una mano al mio viso.

«Sei molto bella, sai...»

Le sue mani sfiorano la mia guancia, proprio in quel punto.

Dove ieri sera si sono posate le sue di mani.

Cazzo. Ma cosa mi succede?

La dolcezza di quel gesto mi infastidisce.

«Grazie.», rispondo sfuggentemente.

Mi scanso e mi alzo di scatto dal letto.

«Ora devo andare.»

Il ragazzo mi guarda un po' stranito, ma non me ne importa nulla.

Voglio uscire subito da lì. Ho bisogno di stare da sola.

Non capisco cosa mi succede.

«I soldi sono sul tavolo»

«Okay, grazie e buonanotte»

Li prendo e scappo via, giù per le scale di quel condominio.

LA LUNA SA ASPETTAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora