~38 Sofia~

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Non riesco a respirare, sento una forte pressione sul viso, non riesco a capire se sto ancora sognando o se sono sveglia.
Spalanco gli occhi e mi ritrovo davanti una sagoma vestita di nero che preme un cuscino sulla mia faccia, inizio a scalciare forte, ma non riesco a liberarmi. Non so dove trovo la lucidità per farlo, ma riesco ad allungare un braccio per suonare il campanello con cui solitamente chiamo gli operatori sanitari.
L'uomo che ho sopra di me, mi lascia andare e in un attimo sparisce nel nulla.
<<Ci hai chiamati?>> Mi domanda una dottoressa con il viso assonnato e lo sguardo stanco. È qui da stamattina, sembra davvero stremata come tutti gli altri suoi colleghi.

<<Qualcuno ha tentato di soffocarmi...>> Le dico allarmata mettendomi seduta.

<<Ne sei sicura? Hai una bella dose di morfina che circola nel tuo corpo.>> Mi chiede con un mezzo sorriso.

<<Io...>> Sbatto gli occhi e la guardo confusa.
<<Ha ragione, forse stavo sognando.>> Inizio davvero a dubitare delle mie capacità, perché ho i ricordi così confusi?
<<Se hai bisogno, chiamami pure.>> Annuisco con il capo stringendo le lenzuola al petto, appena lei si chiude la porta alle spalle, prendo il cellulare dal comodino e chiamo "lui".
Sono appena le sei del mattino, posso mai chiamarlo a quest'ora?
Ma quando mai faccio la cosa giusta.
<<Sof?>> David mi risponde con la voce impastata dal sonno, solo ora mi viene in mente che è andato a dormire solo poche ore fa.

<<Scusa se ti chiamo a quest'ora,  non volevo disturbarti ma...>> Mi trema la voce mentre gli parlo

<<Ehi, cosa succede?>> Mi domanda allarmato ritornando improvvisamente lucido.

<<La dottoressa dice che ho fatto un brutto sogno, ma ti giuro che era reale, te lo giuro...>> Dico tra le lacrime, sono più scossa di quanto pensassi.

<<Dammi venti minuti e sono da te, okay?>> Mi dice con voce risoluta prima di riattaccare senza darmi il tempo di controbattere.

Esattamente venti minuti dopo, inizio a sentire delle voci provenire dal corridoio, qualcuno starà litigando con i sanitari. Quando la porta di spalanca e vedo David, capisco che quel qualcuno era sicuramente lui.
Indossa i pantaloncini da basket neri e una felpa bianca,  i capelli ramati sono molto più scompigliati del solito, ma gli donano davvero parecchio così.
<<Cosa succede?>> Mi chiede richiudendo a chiave la porta alle sue spalle, poi si avvicina al mio letto e resta a guardarmi dall'alto.

<<So che ti sembrerà strano, ma qualcuno ha provato a soffocarmi.>> Dico tutto d'un fiato come per liberarmi subito di un peso.

<<Cazzo!>> Scaglia un pugno sul comodino facendo ribaltare tutto ciò che avevo riposto sopra.

<<La dottoressa dice che è colpa della morfina,  ma a me sembrava così...>>

<<È reale, Sofia. È fottutamente reale.>> Termina lui la frase avendo captato la direzione dei miei pensieri.
<<Ci hanno seguiti, loro sanno tutto.>> Si mette una mano sulla faccia, poi la toglie e si siede accanto a me.
<<Sanno quanto io tenga a te e questo non va bene.>> Mi accarezza delicatamente la guancia mentre sospira profondamente.

<<Voglio andarmene da qui, ho paura. Devo restare altri due giorni solo in via precauzionale...>> Gli confesso stringendo forte la sua mano, lui solleva appena lo guardo su di me e appoggia il suo palmo caldo sulla mia guancia.

<<Firma le dimissioni, ti porto via con me. Ma con la promessa che ti riguardi e non fai sciocchezze, sono stato chiaro?>> Usa il tono che solitamente usava mia mamma quando ne avevo combinata una delle mie.

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora