~40 Michael~

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Me ne sono andato dall'ospedale con le palle piuttosto girate, soprattutto perché ciò che è successo è solo ed esclusivamente colpa mia, non di Sofia, neanche di quello stronzo di Martinez, ma solo mia.
Ho deciso di venire in palestra per scaricare tutto il nervosismo che ho accumulato nelle ultime ore. La boxe è sempre un buon rimedio, avrei dovuto iniziare molto prima anziché  fare tutte le stronzate che ho fatto fino ad ora.
Con la coda dell'occhio vedo il cellulare vibrare, mi strappo un guantone con i denti e mi piego per prenderlo.
<<Pronto?>> Domando incerto non riconoscendo il numero che mi sta chiamando.
<<Sono David.>> Tuona dall'altro capo l'ultima persona che mi sarei immaginato di sentire in questo momento.

<<Cosa hai combinato?>> Gli domando a bruciapelo,  considerato che tra noi non corre buon sangue, sono piuttosto certo che non mi chiamerebbe mai se non fosse necessario.

<<Devi venire in ospedale...>> Lascia in sospeso la frase.
<<Ma Sofia non ha firmato le dimissioni due ore fa?>> Mi tolgo anche l'altro guantone e mi siedo su una delle panche.
<<Sì, ma...>> Si interrompe di nuovo.
<<David, mi dici cosa cazzo succede?>> Gli domando allarmato.

<<Le hanno sparato>> Mi dice con un tono di morte nella voce, che è più o meno come mi sto sentendo io adesso.

<<Mi sento male...>> Mi metto una mano in faccia, anche se ho paura a chiederglielo, mi faccio coraggio.
<<Dimmi come sta...>>

<<La stanno operando, non lo so.>> Lo sento sospirare come se facesse fatica a parlare, so quanto gli costa parlare con me in questo momento.

<<Grazie per avermi avvertito, mi metto subito in macchina.>> Riattacchiamo entrambi senza salutarci.
Raccolgo in fretta la mia roba, mi infilo una felpa al volo e corro in macchina con il cuore in gola.
Non sono uno che solitamente prega i santi, quando mia mamma si è ammalata lì ho pregati fin troppo, ma loro se ne sono altamente fottuti di me e di lei.
Ma adesso li sto scongiurando uno ad uno affinché non le succeda niente.

Per arrivare il prima possibile in ospedale supero ogni limite di velocità, sono abbastanza ricco per fregarmene altamente della multe che riceverò. Parcheggio la mia macchina nel primo posto libero ed entro correndo in ospedale.
David è in piedi con le braccia incrociate, accanto a lui ci sono Diego e Michelle, mentre Soleil e Victor sono seduti con le mani in faccia.
<<Ci sono novità?>> Domando a tutti con il fiato corto per aver corso, loro mi guardano scuotendo appena la testa.

<<Ma come cazzo è successo?>>Domando a David che ha la faccia distrutta.

<<Ti prego non farmi questa domanda in questo momento, perché rischio di darti fuoco e non vorrei essere responsabile anche dei danni collaterali che causerei qui dentro.>> Risponde gelido mantenendo gli occhi chiusi e la nuca reclinata contro il muro.

<<Sei ancora convinto che dietro tutto questo ci sia mio padre?>> Ringhio stringendo i pugni, David resta impassibile a differenza di Diego che si mette davanti al suo amico e mi guarda minaccioso.

<<Se lo aggredisci di nuovo, tuo padre sarà l'ultimo cazzo di problema che avrai. Sono stato chiaro?>> Mi avverte premendo una mano sul mio petto facendomi girare le palle.
<<Diego, lascia stare>> si intromette Victor che lo allontana da me tirandolo per il braccio.

<<Tu spera che si risvegli.>> Tuona David guardandomi con odio.
Come se non stessi già abbastanza di merda, devo sopportare anche questo.

<<Parli come se a me non fregasse un cazzo di lei!>> Mi fa girare le palle.
Un dottore con la divisa verde e una cuffietta in testa dello stesso colore si avvicina a noi interrompendoci.
<<Buongiorno, sono il chirurgo che ha operato Sofia Rodriguez.>> Io e David ci mettiamo quasi sugli attenti appena ce lo ritroviamo davanti.
<<Ho voluto aspettare un po' prima di venire a parlarvi...>> Non sembra bello quello che sta per dirci.

<<Dottore, ho giusto una leggera ansia, potrebbe evitare di prendersi queste pause del cazzo?>> Sbotta David, costringendomi a sganciargli una gomitata.
Il chirurgo ci guarda entrambi e sospira.
<<Sofia ha dei vuoti di memoria, mi servirebbe l'aiuto delle persone a lei care per capire fin dove ricorda...>>
Adesso mi sto davvero sentendo male.
<<Voi due siete suoi amici?>> Ci chiede puntando la penna sulla cartellina.

<<Sì, qualcosa del genere...>> Risponde David guardandomi di traverso.

<<Vi dispiacerebbe seguirmi per fare una prova?>> Ci guardiamo in faccia  piuttosto incerti, poi guardiamo lui e annuiamo.

Seguiamo il chirurgo restando dietro di lui di qualche passo, entrambi siamo visibilmente scossi, restiamo in silenzio fino a quando il dottore con stringe la maniglia della porta e ci lancia un ultimo sguardo prima di spalancarla.
Sofia è semidistesa con il torace e la spalla destra fasciata, oltre alla caviglia rotta.
<<Ehi...>> Diciamo all'unisono io e David, non so per quale motivo ci ritroviamo spesso a dire le stesse cose.
Sofia guarda me sorridendo, poi guarda David corrucciando la fronte.
<<Ma tu non eri a Barcellona? Cosa ci fai qui?>> David la guarda come se gli fosse appena crollato il mondo addosso, il dottore se ne accorge e sospira profondamente.

<<Da quanto tempo non sei a Barcellona?>> Gli domanda pronto a scrivere.

<<Due mesi>> mormora David continuando a guardare Sofia con uno sguardo quasi terrorizzato.

<<Tu non mi baci?>> Mi domanda sorridendo, io la osservo sbattendo gli occhi.
Nel frattempo il dottore punta di nuovo la penna sul foglio.
<<Da quanto tempo non state più insieme?>>
Quanto cazzo è sveglio questo qui.

<<Da una settimana più o meno>> mormoro guardando Sofia che mi sorride.
Nonostante tutto, è spaventosamente bella.

<<Sofia, noi non...>> Il dottore alza una mano per zittirmi.

<<Le confonderai le idee così, sei il suo ultimo ricordo,  non causargli un altro trauma...>> Mi fa segno con il capo di avvicinarmi a lei, seppur incerto mi avvicino al suo letto e premo le labbra sulle sue.
Mi sento come se stessi facendo qualcosa di terribilmente sbagliato.

<<Ti amo>> mi dice guardandomi negli occhi.
<<Cosa?>> Le domando confuso, ho desiderato così tanto che me lo dicesse, ma non mi aspettavo che succedesse così.
<<So di non avertelo mai detto, ma credo sia il momento adatto per farlo.>> Il rumore di una porta che sbatte ci fa sobbalzare entrambi. David è sparito.
Io non so cosa fare, se essere felice oppure no.

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora