10 ore prima...
Sofia
Ritornare a casa nostra, dopo una tragedia del genere, mi fa sentire quasi in colpa.
Alla mia migliore amica è stato strappato il futuro dalle mani. L'amore della sua vita, che solo due ore prima le aveva messo l'anello al dito, ha chiuso gli occhi per sempre.
Non sentiremo più nessuna sua parola, risata, battuta o strigliata.
Ma ancora peggio, non potremo più abbracciarlo.
Questa serata non doveva andare così, doveva essere il riscatto di David, invece si è trasformata in una notte lunga e buia.
Quando mi sono proposta per guidare, David non ha fatto alcuna opposizione, ha tirato fuori dalla tasca le chiavi della sua macchina e me le ha lanciate in mano.
Non ha detto una sola parola durante il tragitto, ha guardato fuori dal finestrino tutto il tempo.
Lui è così, lui soffre in silenzio.
Con la terapia aveva imparato a tirare fuori le sue emozioni, almeno un po', ma adesso ho paura che ritorni di nuovo nel baratro.
Diego non era solo un amico, lui era la sua famiglia.
Era tutto per lui.
Da quando siamo entrati in casa, David si è chiuso in bagno e non è più uscito.
Preoccupata, decido di aprire la porta per controllarlo.
Ha lo sguardo incollato allo specchio, lì, dove si riflette la sua sagoma che ancora indossa la camicia impregnata del sangue del suo migliore amico.
«David, vuoi che ti aiuti a toglierla?» Gli domando con un filo di voce.
«Perché devo toglierla?» Mi domanda con la testa china e le mani che stringono il lavabo.
«Non vuoi?» So che devo andarci piano con le parole.
«Questo è il sangue del mio migliore amico, morto per colpa mia.» Tuona con uno sguardo che mi ricorda il vecchio David, quello di cui a volte avevo paura.
«David la colpa non è tua...» Sussurro.
«Chi credi lo abbia pagato tuo fratello? È stato quel bastardo di Benedict. Lui voleva colpire sia me che Michael, perciò hanno provato ad uccidere anche Eva.»
Caspita, non avevo ancora ragionato su questo ma lui sì a quanto pare.
«David non accollarti questo peso così grande...» Mi avvicino e gli accarezzo la schiena coperta dal tessuto di cotone.
«Lui c'è stato quando nessuno c'era.» Sussurra con il mento abbassato.
«Amore mio...» Scoppio in lacrime mentre lo abbraccio forte.
«... è tutta colpa mia, non avrei dovuto invitarlo. Non avrei dovuto...»
Se non lo avessi invitato, lui non si sarebbe preso una pallottola per proteggermi.
«Ma adesso, non stareste ancora qui con me se non l'avessi fatto...» Socchiude gli occhi. «...avrei perso entrambe.» Con gli occhi chiusi e la testa ancora china, mi mette un palmo sul pancione.
«Stai bene, vero? Tutto questo casino non è stato troppo per te?»
«Sto bene, l'ho appena sentita scalciare.»
«L'ho sentita anche io.» Mi mostra un sorriso malinconico.
«Vai a dormire, devi risposare. Domani dovrai essere in forma per Soleil... »
«Ne sei sicuro?»
«Sì, ho bisogno di restare da solo per un po'.» Mi bacia dolcemente la fronte e mi accarezza la pancia.
«A dopo, birbe mie.» Aggiunge mostrandomi un mezzo sorriso.
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◇Blue Summer Dreams Parte II & III◇
RomanceLE STRADE DI DAVID E SOFIA SI SONO DIVISE, LUI SI TROVA A BARCELLONA, MENTRE LEI A MADRID. RIUSCIRANNO A RIAVVICINARSI DOPO CIO CHE È SUCCESSO TRA DI LORO? 《Sembriamo l'esatta raffigurazione della dannazione.》 《Dici che finiremo all'inferno per ques...
