57- Sofia

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Il cellulare vibra così prepotentemente che sono costretta ad allungare il braccio per capire chi mi chiama ininterrottamente di primo mattino.
<<Ehi...>> Mi limito a dire con la bocca impastata dal sonno.
<<Ehi? Sei seria, Sofia?>> Mi risponde indispettita mia sorella.
<<Sua altezza reale, mi dica>> Mi prendo gioco di lei facendo la voce grossa.
<<Mi dici cosa ci fai su tutti i giornali? Senza contare che frequenti il figlio di quel bastardo di Benedict!>> Sbraita con il tono che usa quando parla con i suoi clienti.
<<Come lo conosci?>> Le domando mettendomi subito seduta.
<<Difendo un cliente che lo ritiene responsabile dell'omicidio di un suo amico.>> Sospira dall'altra parte del telefono.
<<Omicidio?>> Le domando sbalordita, David non è l'unico a pensarlo quindi.
<<La polizia ha riaperto il caso dopo otto anni, meglio tardi che mai...>>
Che strana coincidenza.
<< Senti, tra mezz'ora sono da te. Volevo farti una sorpresa prima di Natale, ma l'hai fatta tu a me a quanto pare...>> Aggiunge con evidente disappunto.
<<Ehm... mi vesto, ci vediamo alla caffetteria del campus.>>
Eva che mi fa una sorpresa?
Questa sì che è una sorpresa.

Cerco di rendermi presentabile per i suoi standard, considerato che ritiene il mio abbigliamento giornaliero eccessivamente basic e poco elegante per una ragazzadella nia età, come se avessi quarant'anni.
Pesco dall' armadio di Soleil una gonna nera aderente e ci infilo dentro una camicetta bianca, e ci abbino i miei anfibi neri.
Nel momento in cui spalanco la porta, vengo travolta da un bel po' di sguardi giudicanti.
Cazzo, ero così ubriaca da aver dimenticato la storia dei cartelloni, la mia faccia era su tutti i corridoi stanotte.
Sofia, calma.
Respira profondamente e cammica a testa alta senza guardarli.
Mi faccio coraggio e mi richiudo la porta alle spalle.
Nel corridoio non c'è neanche uno di quei famosi cartelloni di cui parlava Victor, che strano. Raggiungo il piano terra e non trovo niente neanche lì, questo è davvero strano.
Ho qualche santo in paradiso che ha deciso di aiutarmi? Considerato che parlava di centinaia di manifesti, più che santo, deve essere stato un cazzo di supereroe per essere riuscito a ripulire tutto in una notte.

<<Sofiaaa>> mia sorella sventola una mano in aria per farsi notare, è seduta in fondo alla caffetteria.
Come se fosse possibile non notarla, sembra una cazzo di Barbie con il suo tailleur panna.
È divina, come nostra mamma.
<<Che bella sorpresa, non ci vedevamo da prima dell'estate...>> La abbraccio calorosamente, lei mi guarda stranita.
<<Ma stai bene? Sono passata un mese e mezzo fa.>> Cazzo, ho dimenticato di averle tenuto nascosto dell'incidente,  ecco perché non me lo ricordo.
<<Sofia, cosa mi stai nascondendo?>> Batte ripetutamente il tacco a spillo sul pavimento, io faccio una smorfia e mi stringo nelle spalle.

<<Ho avuto un incidente,  ho perso i ricordi degli ultimi due mesi...>> Le confesso, mentre lei Ssgrana gli occhi e deglutisce più volte.
<<Ma perché non me l'hai detto?>> I suoi occhi azzurri si colmano di lacrime, ma subito raddrizza la schiena e si asciuga la guancia con un tovagliolo.
<<Non volevo farvi preoccupare,  sto bene...>>
Si avvicina una cameriera per prendere l'ordine, io prendo un crossaint alla nutella e un cappuccino, mentre lei ordina solo un caffè rigorosamente amaro.
Ci sarà un motivo se è una taglia 38.
<<Eva, devo dirti una...>> Le parole mi muoiono in bocca quando vedo David avvicinarsi al bancone con la faccia assonnata. Ha i capelli più scompigliati del solito, indossa una felpa celeste e un paio di pantaloni della tuta grigi.
Come fa ad essere così dannatamente sexy senza neanche impegnarsi?
Mio Dio, ieri ho provato a baciarlo.
Devo smetterla di bere, se poi mi ritrovo  a molestare i ragazzi.
Senza contare che ho già un ragazzo,  incazzato nero con me, ma ce l'ho.

<<Sofiaaa>> Eva mi fa schioccare ripetutamente le dita davanti alla faccia.
<<Scusa, ho visto un amico...>> Mi limito a dire.
<<L'amico sarebbe quello gnocco di David Martinez?>> Solleva un sopracciglio con l' espressione di chi la sa lunga.
<<Ah ah>> cretina.
David paga il suo caffè, prende lo zaino da terra e si volta per andarsene, ma mi vede e cambia direzione.
<<Come stai?>> Mi domanda con la tazza fumante tra le mani, poi guarda mia sorella.
<<Sei Eva, giusto?>>
<<In carne e ossa.>> Eva gli allunga la mano e lui gliela stringe, seppur  incerto.
<<Senti, devo dirti una cosa...>> Dico a mia sorella, facendo calare il gelo.
<< Dimmi che non sei incinta del miliardario, ti prego>> A David va di traverso il caffè e inizia  tossire forte, io vorrei sprofondare.
<< No, Eva!>>
<<C'entra lui? Capisco che il ragazzo qui abbia del potenziale, ma...>> Mi metto le mani in faccia, che vergogna.
<<Forse è meglio che io vada...>> David si passa nervosamente la mano tra i capelli.
<<No caro, tu ti prendi le tue responsabilità >> ribatte stizzita lei.
<<Ma questa è più fuori di te?>> Ribatte David sedendosi accanto a me.
<<Cosa... fai? Per-ché adesso ti siedi?>> Gli domando balbettando, mentre lui allunga un braccio sulle mie spalle.
<<Vorrei essere presente quando compilerete la lista nascita di nostro figlio...>> Mi fa l'occhiolino e guarda divertito Eva che ha la faccia così infuriata, che temo possa strozzarlo.
<<Mia sorella insieme a un delinquente come te?>> Lo guarda con indisponenza.
Batto un pugno sul tavolo.
<<Eva, chiedigli subito scusa!>>
<<Io chiedere scusa a colui che ti ha distrut...>> Si blocca appena si accorge che sto per lanciarle in faccia il piatto.
<<Mi fai parlare un attimo?>> Alzo la voce facendola zittire, lei gira il mento di lato e torna a sedersi.

<<Mattias è vivo...>> Le confesso tutto d'un fiato con il cuore in gola, ma lei non sembra sorpresa,  nè ferita, nè felice.
Resta impassibile.
<<Eva, hai capito che...>> Il mio sguardo ricade sul suo cellulare,  riconosco la suoneria.
È "Demons", la canzone preferita di mio fratello.
Ha sempre usato "Perfect" di Ed Sheeran per me, mentre Demons per lui.
<<Dimmi che non mi hai tenuto nascosto una cosa del genere.>> Le dico con un filo di voce, lei mi guarda con un'espressione terrorizzata.
David sposta il braccio dalle mie spalle, appoggia la mano sulla mia gamba e la intreccia alla mia.
<<Sofia... io...>> Non ci vedo più dalla rabbia, mi alzo in piedi e batto forte entrambi i palmi sul tavolo.
<<Tu cosa, cazzo! Come hai potuto guardarmi in faccia per tutto questo tempo e non dirmelo? Come hai potuto...>> Singhiozzo come non mai, David si alza e mi stringe il fianchi, ma lo allontano.
<<Volevo solo proteggerti...>> Sussurra lei, provando a stringermi la mano.
<<Non provare a toccarmi, considerami morta per te!>> Sputo con rabbia, prima di scappare via sotto lo sguardo sconcertato di David e quello terrorizzato di mia sorella.
Mia sorella?
Lei non è più mia sorella.
Una sorella non nasconde una cosa del genere, una sorella non ti mente spudoratamente guardandoti in faccia, mentre tu piangi disperata perché credi che tuo fratello sia morto.
Non respiro, cazzo.
Non respiro.
Mi sento male.

Blue Summer Dreams II

termina qui...

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora