88 Michael

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8 mesi dopo...

Dalla scomparsa di Sofia, ognuno di noi è cambiato almeno po'. Ovviamente, tra quelli che non si danno pace, c'è Eva.
Sua sorella.
Non si ferma un attimo, passa da un caso all'altro. Quando finisce di lavorare, corre in palestra. Dopo la palestra, corre a qualche corso inutile che scova online. Insomma, non ci vuole un genio capire che cerca di tenersi impegnata per non pensare.
Questa sera, stranamente, l'ho convinta a venire da me per guardare un film.
David e Victor hanno organizzato una partita a poker con la squadra, quindi resteranno al piano di sotto per un bel po'.
«Vuoi parlarmene?» Picchietto un dito al centro della sua fronte.
«Di cosa dovrei parlarti?» Solleva il mento all'insù e si sistema il tubino celeste.
«Inizierei col buttare fuori tutto ciò che ti porti dentro da più di un anno...»
«Sto benissimo. Lei sta benissimo. Non so dove, ma sicuramente sta benissimo. Altrimenti avremmo visto la notizia al TG, non credi? Funziona così, sai...»
«Eva, Eva...» Le prendo il viso tra le mani, quando mi accorgo che sta per avere un attacco di panico.
«Michael, sto bene!» Mi urla contro e mi spinge via.
«Lei...» Inizia a camminare nervosamente avanti e indietro. «Sta bene, vero?» Inizia a mangiucchiarsi le unghie.

«Non lo so...» sussurro con la testa china.
Chi può saperlo, ormai è passato più di un anno.
«Non dire così, non posso reggerlo...» Improvvisamente si porta le mani davanti al viso e scoppia in lacrime.
Vedere lei, così forte e determinata, piangere, mi fa stringere il cuore.
«Scusami, non volevo...» Non so dire per farla stare meglio.

«Il tuo cellulare sta vibrando.» Tira su con il naso mentre con il mente indica il display su cui compare il nome di mio fratello.
«Nicholas, cosa succede?» Non mi chiama mai, figuriamoci a quest'ora.
«Ehi, devo dirti una cosa...» Prende una pausa troppo lunga che mi spazientisce non poco.

«Ce la fai entro la fine dell'anno o no?»
Eva alza gli occhi sul soffitto.
«Alfred è morto.»
Non mi sono mai affezionato granché a quell'uomo, non so bene il motivo, forse perché in un certo senso mi ricorda mio padre.
«Ah, mi dispiace...» Mormoro sovrappensiero.

«Non dovresti dispiacerti...» Sospira ancora e prende un'altra pausa.
Due minuti e lancio il cellulare dalla finestra.
«Io so lei dove si trova .»
Eva che si stava guardando allo specchio, sgrana gli occhi e si volta ti scatto.

«Nicholas, ma di cosa cazzo stai parlando?» Mi alzo di scatto e spalanco la finestra.

«Alfred voleva morta lei  perché sapeva che fosse il punto debole di David, e voleva morto il bambino. Un altro erede, sarebbe stato piuttosto scomodo per i suoi interessi. L'ho scoperto per caso, una sera rimasi in ufficio fino a tardi e origliai la sua conversazione con uno dei suoi uomini più fedeli, ma avevo le mani legate perché non avevo prove che potessero incastrarlo, come è successo con papà. Lui voleva distruggere David, voleva che non mettesse più piede nella nostra società.»

«Che è ciò che ha fatto, lui di fatto si è tirato fuori.» David non ne ha più voluto sapere  niente della società da quando lei è scappata.

«Successe quella sera, proprio quando Sofia si recò in ospedale per...»
«Sì, ricordo.» Taglio corto per la sanità mentale di Eva, non ha mai superato che in una sera avesse perso le due persone che più amava.

«Lei si trova in Russia, ma non so in quale città, perché ho preferito non saperlo neanche io per sicurezza.»
«Russia?» Esclamiamo in coro.

«Dovevo spedirla il più lontano possibile per tenerla al sicuro.»
«Cazzo, non potevi dircelo? È più di un anno che stiamo perdendo la testa.»
Urla Eva, ormai incazzata nera, ma anche risollevata, come lo sono io.

«Se lo avreste saputo, non avrebbe funzionato. Ma adesso, potete andare a riprenderla. È tutto finito.»
Ci guardiamo intontiti, ma con la gioia negli occhi.

«Devo correre da David.» Attacco velocemente e lancio il cellulare sul letto.
«Lei è viva, non ci credo» Eva mi stringe le braccia al collo e mi bacia ripetutamente sulla bocca.
«Non ho mai perso le speranze.» Le accarezzo la schiena.

«Lui uscirà fuori di testa, tuo fratello farebbe bene a far perdere le sue tracce» sghignazza Eva, mentre usciamo dalla mia camera.
«Io penso che sarà così felice che neanche ci penserà.»
David è ancora seduto accanto a Vic, stanno giocando tipo da due ore.
Non ho mai amato le carte, le trovo troppo noiose.
Dall'altra parte del tavolo, c'è Soleil che prova in ogni modo a non guardare Victor, considerato che accanto a lei è seduta Michelle.
Non chiedetemi come va tra quei tre, perché non lo so. So solo che se quelle due sono ancora sedute l'una accanto all'altra, Michelle è ancora all'oscuro di tutto.
«Potete venire fuori?» Chiedo a David che assottiglia gli occhi.

«Cosa succede?» Lancia le carte sul tavolo e si alza subito.
«Si tratta di Sofia.» A parlare è Eva.

«Cosa... lei... sta...» David inizia ad ansimare di brutto, costringendo Victor ad alzarsi per mettergli una mano sulla spalla.
«È viva, sta bene» Dico tutto d'un fiato, per evitare che gli venga un infarto.

«Dio mio» Soleil si porta una mano sulla bocca, mentre David mi guarda quasi sotto shock. Sono passati circa 14 mesi da quando l'ha persa, non potrebbe essere diversamente.

Usciamo in giardino e gli riferisco tutto quello che mi ha detto mio fratello.
Victor si porta una mano dietro la nuca, Soleil piange, Michelle anche.
David resta in silenzio, ma finalmente mi sorride e lo fa anche con gli occhi.
Non lo  faceva da tanto, tanto tempo.
Lui sorride in quel modo, solo quando si tratta di Sofia.
È sempre stato così, sin da quando ero io il suo ragazzo e non lui.
Ma lui, la ama da sempre.

«Andiamo a prenderla» Soleil alza un pugno in aria, beccandosi un'occhiataccia da Vic.
«Hai idea di quanto cazzo sia grande la Russia?»
«Ascolta, tiktok è diventato peggio di quel programma italiano dove cercano le persone scomparse. Mettiamo tutti una foto di Sofia, e vedrete che riusciremo a trovarla.» Dopo questa assurdità, tutti la guardiamo con la bocca spalancata.

«Avete idee migliori?» Batte ripetutamente un piede a terra.
«Pagare un investigatore?» Alzo un sopracciglio, nel frattempo David inizia a spazientirsi.

«Banale e lento.» Agita una mano in aria.

«Non perderci tempo, non cambierà idea» Mormora Victor, guardandola di traverso.

«Taci, Vic» inizia a smanettare prima con il suo cellulare, poi obbliga tutti noi a consegnarle i nostri per fare lo stesso.

«Ecco fatto, non ci resta che aspettare.»
Ritorniamo tutti dentro e ci sediamo sul divano, dove ci restiamo per circa due ore, avanzando le ipotesi su dove potrebbe essere Sofia.

«Vi avverto, se non abbiamo notizie entro una settimana, parto per la Russia e la giro tutta, fino a quando non la trovo.» Tuona David, sputando il fumo verso l'alto.
La vibrazione  del cellulare di Soleil, ci fa sobbalzare tutti.
«Non riesco a capire» Soleil prova a decifrare ciò che le hanno scritto.

«È russo, dai a me» David le strappa il cellulare di mano e legge il commento di un utente.
«La conosco, lei è una giornalista locale di Ekaterinburgo.» Legge David con l'emozione nella voce.

«Cazzo, l'abbiamo trovataaa» Victor avvolge un braccio intorno al collo di David.
«Ci crederò solo quando la stringerò tra le mie braccia»
«Quindi si parte per la Russia?» Cinguetta Michelle.
«Non siete obbligati a venire...» David solleva lo sguardo, senza alzare il capo.

«Noi verremo, non ti abbandoniamo mai. Ormai, dovresti saperlo»
«Lo so, Vic.» David abbozza un mezzo sorriso a me e Victor.

Next stop: Ekaterinburgo.

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora