~83 Sol~

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Una settimana dopo la morte di Diego.

Considerato che non parlo più con nessuno, ho iniziato a scrivere un diario. In realtà, me lo ha consigliato la terapista, affermando che mi
sarebbe stato di aiuto buttare fuori ogni singolo pensiero, e così sto facendo.
Sono già passati sette giorni da quando gli abbiamo dato l'ultimo saluto e sono circa sette giorni che sogno la sua bara che si chiude davanti ai miei occhi.
Ho deciso anche di cambiare stanza e di non portare nulla con me per provare a non pensare, quindi ho messo le mie cose in uno scatolone e le ho fatte recapitare a casa di Sofia.
La terapista dice che se questo può farmi sentire meglio, allora va bene.
Ma io non mi sento meglio.
Mi manca, lui mi manca da morire.
Desidero un suo abbraccio in una maniera indescrivibile.
Come mi manca il calore dei suoi abbracci.

Due settimane dalla sua morte.

Sono passate due settimane e non ho più voluto vedere nessuno di loro, perché ognuno di loro in qualche modo, mi ricorda lui. Perfino Benedict con la divisa da Basket, mi ha scossa. Ma c'è una persona che più di tutti non riesco a guardare: David.
Lui e Diego erano tremendamente simili, del resto loro due sono cresciuti insieme e di cose in comune ne avevano fin troppe.
Diego stravedeva per David. Per lui era come avere un fratello minore, perché era sempre in pensiero per lui. 
Gli voleva un gran bene.
Odio usare il passato, lo odio.

Tre settimane dopo.

La mia nuova compagna di stanza di si chiama Britney, sì, lei è proprio quel tipo di Britney.
Bionda, occhi azzurri, un po' svampita, ma è simpatica.
Si è trasferita qui da poco, quindi non conosce nessuno.
L'altro giorno, mi ha costretta ad andare a fare colazione con lei, seppur titubante, ho accettato.
Ma me ne sono pentita quando ho incontrato Michelle. Ci siamo guardate da lontano e lei è scoppiata a piangere. Io ho raccolto le mie cose alla velocità della luce e sono scappata per evitare che venisse da me e mi abbracciasse.
Sto reprimendo le mie emozioni, lo so. Ma è l'unico modo che conosco per sopravvivere.
Da quella notte, non ho più pianto. Mai.

Presente

«Vedrai, ti piacerà. Qui hanno un sushi buonissimo» Britney batte le mani sul bancone dietro il quale c'è un nastro su cui vengono trasportate le pietanze.
«A me piace l'alcol» alzo il terzo bicchiere di vino bianco in aria.
«Ma se bevi così, non assaporerai più nulla» Mette il broncio.
«L'obiettivo è più o meno quello, cioè non sentire nulla» Biascico dopo averle stampato un bacio sulla guancia perfettamente truccata.
«Per la miseria, chi sono quei tre?» Britney spalanca la bocca guardando davanti a sé. Dall'altra parte del tavolo enorme, ci sono David, Michale e Victor.
Cazzo.
«Non ho più fame»
«Uno di loro era il tuo ragazzo per caso ?» Sbatte le ciglia ripetutamente.
«Il mio ragazzo è morto un mese fa.» Butto giù un altro bicchiere e lo sbatto sul tavolo.
«Mio dio, scusa» Si porta le mani davanti alla faccia.
«Loro sono i suoi amici di squadra, e se te lo stessi chiedendo, sono tutti e tre fidanzati.» Aggiungo apatica.
«Peccato, quello con i capelli biondo ossigenati, è molto carino.»
«Vic? È insopportabile, credimi.»
Ma gli voglio un mondo di bene a quell' antipatico dalla lingua tagliente.
Alzo una mano e ordino un'altra bottiglia, che mi ritrovo davanti un attimo dopo.
Tra un po' vomito sul sushi.
«Ehm... Sol...»squittisce Britney.
«Cosa ti prende?» Biascico con la voce impastata.
«No, a te cosa ti prende. Ti pare il modo di ridurti in questo stato?» Mi porto entrambe le mani alle tempie appena riconosco la sua voce.
«Sparisci, Vic.» Mormoro senza voltarmi, ma mi mette una mano sulla spalla e fa ruotare  lo sgabello su cui sono seduta.
Sollevo il mento e resto in silenzio quando ci guardiamo.
«Ciao, Sol» Il suo tono si è ammorbidito, evidentemente gli faccio proprio pena.
«Ciao, Vic» sussuro con le mani che iniziano a tremare, lui si piega sulle gambe e mi accerezza le dita.

«Andiamo a prendere un po' d'aria. »
«No.»
«Non te l'ho chiesto. Ho detto “andiamo”.» Puntualizza, alzando la voce di un tono.
«Ha ragione, vai con lui» Mi sorride compassionevole Britney.
«Se vedo un altro sorriso così, ti prendo per i capelli» La ammonisce subito.
Ecco perché non gliene avevo parlato, odio la compassione.

Victor

Non vedevo Sol da circa un mese, esattamente dal giorno del funerale di Diego. Non ha mai risposto a nessuno dei miei messaggi da quando una sera mi ha sbattuto la porta in faccia, dicendomi di non farmi più vedere.
Prova maldestramente a scendere dallo sgabello, ma l'alcol che ha corpo è troppo, e per poco non cade a terra.
«Aggrappati a me, cretina» Le metto una mano sulla schiena per sorreggerla, ma lei mi spinge via.
«Ma non ci penso proprio, ce la faccio...»
«Okay» alzo le mani e la lascio andare all'improvviso, lei barcolla e cade a terra.
«Sei uno stronzo» si massaggia la schiena, e io la guardo dall'alto con le braccia incrociate al petto.
«Vic, aiutami. Dillo, non è difficile.»
«Vattene a fanculo» ribatte, alzandosi da sola anche da ubriaca persa.

«Vedi che ci riesci?» Le domando guardandola negli occhi, mentre si sistema la bretella del vestito nero che indossa.
«A fare cosa?»
«A rialzarti, Sol. E non intendo solo da terra.» Le sfioro la guancia con il pollice e lei scoppia in lacrime.
«Ti odio, Vic» mi urla contro, prima di scappare fuori.
«Ma cosa ho fatto?» Le urlo dietro, seguendola nel giardino sul retro.

«Mi hai fatto piangere, ecco cosa hai fatto. Io mi ero ripromessa di non farlo più e ci ero riuscita!» Si scompiglia nervosamente i capelli castani.

«Sol, non puoi reprimere le tue emozioni in questo modo. Devi buttare tutto fuori.»
«Vuoi che butti tutto fuori, Vic?» Mi domanda con il petto ansimante.
«Sì, ti farà bene...» sussurro incerto.
Improvvisamente Soleil ribalta un tavolo sulla destra, poi prende due sedie e le lancia contro il muro in mattoni.
«Sei contento, Vic?» Mi urla contro.
«Hai visto cosa ho dentro?» Allarga le braccia per indicare il distrastro che ha combinato, poi si accovaccia a terra e appoggia la fronte sulle ginocchia.
Mi piego sulle gambe davanti a lei e le accarezzo la chioma folta.
«Sì, Sol. Sono contento che tu me lo abbia mostrato e voglio che tu lo faccia sempre.»
«Non ce la faccio più, non voglio più soffrire così.» Piange disperata, facendomi stringere il cuore.
«Permettimi di starti vicino, la superiamo insieme. Te l'ho promesso, ricordi?»
Lei annuisce con il capo e si asciuga le lacrime.
«Come mai non sei con Michelle?»
Sospiro e guardo il cielo con i palmi premuti sull'erba soffice.
«Mi credi se ti dico che non lo so?»
«Avete litigato?»
«Più o meno. Dice che la trascuro»
«È così?» Gira il mento per guardarmi.
«Non ci sto con la testa, ma non è per lei. Mi capisci?» Non ho più voglia di vivere, questa è la verità. Non riesco più a provare alcuna emozione, mi trascino in uno stato di  apatia.
Ma non posso dirglielo.

«Sì, purtroppo ti capisco.»

«C'è stata una rissa qui e non mi avete chiamato?» David si guarda intorno, e noi scoppiamo  ridere.
«Colpa mia» Soleil alza una mano in aria come per assumersi le colpe.

«Ma l'ho provocata io »
David si avvicina e si siede accanto a Soleil. «L'ho sempre detto che ha la lingua tagliente.»Le sussurra all'orecchio, ma lo sguardo di Soleil ricade sul polso di David.
«Te lo sei inciso sulla pelle.»Tira su con il naso, guardando l'inchiostro nero.
“Diego, ti voglio bene” si è tatuato a caratteri cubitali.
«Non serve a me, io ce l'ho tatuato nel cuore.»
«Quindi perché l'hai fatto?» Gli chiede Sol con un filo di voce.
«Perché non glielo dicevo mai e  voglio tutti sappiano quanto tenessi a lui.»

«Ufff, smettetela voi due » Soleil scoppia di nuovo in lacrime e si copre il viso con entrambe le mani.
«Abbraccio di gruppo forza»
Dico a David, lui stranamente mi sorride ed entrambi abbracciamo Soleil.
«Noi ci saremo sempre per te.» Le dice David.
«Sempre, Sol.» ripeto io.

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora