~82 Michael ~

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Un mese dopo.

Dopo essermi beccato due bei colpi di pistola, sono finito in coma per circa una settimana, poi grazie a non so quale divinità, mi sono risvegliato. Le mie condizioni erano così critiche che nessuno si aspettava che mi risvegliassi, invece eccomi qui.
Durante queste tre settimane, sono successe un bel po' di cose.
La prima: ho scoperto solo dopo due settimane dal mio risveglio, che Diego non ci fosse più.
Quando Victor me lo ha detto non credevo alle sue parole, pensavo fosse uno scherzo dei suoi, in realtà, speravo che lo fosse con tutto il cuore. Ma quando ho visto lo sguardo di David incupirsi, ho capito tutto.
Ho scoperto che quel bastardo di Mattias finalmente è finito in galera.
E ho anche scoperto che è stato pagato profumatamente da mio padre qualche ora prima della cerimonia, perché lui sapeva di essere arrestato e sapeva che io e David volessimo farlo pubblicamente.
Io e Eva abbiamo deciso di andarci piano e iniziare di nuovo da zero. Quindi sono ritornato alla confraternita per stare vicino a Victor, che è quello che ha metabolizzato il lutto solo dopo.
Sofia mi ha raccontato che quando è tornato a dormire lì la prima sera e ha visto il letto vuoto di Diego, ha avuto un attacco di panico.
David appena ha ascoltato la loro telefonata, si è infilato in macchina ed è andato alla confraternita. Quella sera e le altre quattro seguenti, Vic ha dormito da David e Sofia.
Ho proposto a Vic di cambiare stanza, dato che i ricordi per lui sono troppo forti da affrontare, ma lui non ne ha voluto sapere. Quindi adesso dorme nel letto di Diego, mentre io in quello accanto.

«Ti va una pizza?» Mi infilo l'orologio al polso e giro mezzo busto per guardare Victor che sta fissando il soffitto più o meno da due ore.
«Non mi va di mangiare.»
«Sono giorni che non mangi un cazzo, vuoi sentirti male?» Ci alleniamo duramente ogni giorno, tra gli esami e tutto, non può permettersi di digiunare altrimenti non regge.
«Oggi ho mangiato...»
«Una barretta al cioccolato non è mangiare...»
Mi avvicino al suo letto e mi siedo sul bordo.
«Vic, non puoi continuare così. Non esci neanche più con Michelle, in realtà non esci mai..»
So quanto è dura perdere qualcuno a cui tenevi, quando ho perso mia mamma ero distrutto. Ma in questi momenti, hai bisogno di qualcuno che faccia la parte dello stronzo e le provi tutte per farti uscire dal buco nero che rischia di inghiottirti.
«Sbaglio o hai promesso a Diego di stare vicino a Sol?»

«Lei non vuole vedermi, dice che non vuole vedere nessuno di noi al momento perché gli ricordiamo lui. Ha anche cambiato stanza, affermando che i ricordi la stavano distruggendo.»
Ognuno di noi reagisce al lutto a suo modo, lei evidentemente ha preferito eliminare ogni traccia per provare a non pensare a lui.
«Lei ha bisogno di te, Vic. Avete tutti bisogno l'uno dell'altro, siete sempre stati uniti.»
Con la morte di Diego, anziché unirci di più, il gruppo si è praticamente sfasciato.
David non è mai più venuto agli allenamenti, e da quello che so, non ha mai più messo piede in un campo da basket.
Victor viene, ma è come se non ci fosse.
Sofia ormai è agli sgoccioli, quindi non si vede più al campus perché dopo quella sera, il ginecologo l'ha messa a riposo forzato. Tra l'altro ha scoperto che manca ancora un mese al parto, lei e David non ci avevano capito un cazzo.
Soleil l'ho intravista da lontano, ma quando ha visto che indossavo la divisa da basket è scappata subito via con gli occhi colmi di lacrime.

«Come si chiamava quel posto dove volevi sempre andare a provare il sushi?»
«Miu, ma costa un botto » risponde sempre in tono monocorde con gli occhi chiusi.
«Offro io, vestiti»
Lui apre lentamente un occhio e poi l'altro. «Costa davvero tanto»

«Vic, ho detto vestiti»
«Okay, okay» alza le mani in aria in segno di resa, mette prima un piede e poi l'altro nelle ciabatte, e finalmente si alza.
Vedo il suo cellulare vibrare e glielo lancio in mano, lui scorre con il dito sul display e sbuffa.
«Che succede?»
«Michelle dice che la trascuro...» Sposta la tenda di lato e guarda fuori.

«Non per fare l'avvocato del diavolo, ma ha ragione...»

«Lo so, non so cosa cazzo mi prende...» Non le risponde, ma si limita ad infilarsi il cellulare nella tasca dei pantaloni della tuta.

«Vic?»
«Che vuoi?»
«Non è che...» Come glielo dico, senza essere indelicato?

«Non lo so.» Gli sento dire, come se glielo avessi chiesto.

«Andiamo alla grande...»

«Benedict, non sei di aiuto.»
Senza alcun preavviso, la porta si spalanca ed entra David.
«Ehi...» Non era un tipo loquace prima, figuriamoci adesso che ha tutte le ragioni per non esserlo.

«Che ci fai qui?» Esclamiamo all'unisono io e Vic.
«Certo che vi vedo contenti di vedermi...»Scuote la testa con disappunto mentre si sfila la felpa che lancia sulla sedia accanto alla scrivania.

«Non credevamo di vederti...»Mormora Victor.

«Sofia mi ha costretto ad uscire di casa. E il termine costretto, non l'ho usato a caso.» Eva mi ha detto che David passa le giornate a fumare solo un mucchio di sigarette.

«Stavamo andando al sushi, vieni con noi?» Lancio un'occhiata a Victor che sta aprendo il suo armadio.
«Lui esce?» Mi chiede con il labiale.

«Forse. » Sollevo appena le spalle, potrebbe sempre cambiare idea da un momento all'altro.

«Sofia è casa da sola?» Non la lascia mai da sola, strano che sia venuto qui.

«No, c'è Barbie avvocato con lei. Le ho detto di chiamarmi se ha bisogno.» Mi viene troppo da ridere quando la chiama così.

«Sei pronto per la settimana prossima?» Il suo cognome comparirà di nuovo su ogni cosa,dai cartelloni pubblicitari ai documenti.
Immagino la faccia di mio padre quando lo vedrà al TG.
Ancora non mi sembra vero che sia stato arrestato dopo tutto il male che ha fatto.
Vivevo con un mostro e non lo sapevo.

«Lo faccio solo per mio padre e per regalare un futuro a mia figlia, lo sai che non faccio i salti di gioia. Non è il mio mondo, non so come comportarmi...»

Gli metto una mano sulla spalla.
«Non è mai stato neanche il mio, ma adesso che ci siamo noi, possiamo cambiarlo, non è detto che le cose debbano andare sempre in quel modo lì.»

«Benedict, pensare che prima ti odiavamo» Victor scuote la testa divertito.

«Se lo meritava.» Tuona David, lanciandomi un'occhiataccia.

«Vorrei solo ricordarti che era la mia ragazza e tu ci sei andato a letto alle mie spalle.»

«Se tu non capivi che lei è sempre stata mia, che cazzo vuoi da me?»

«Ahia... questa è dura da buttare giù» Victor fa una smorfia divertita guardando David che scoppia a ridermi in faccia.

«Ma che bastardo» rido anche io, perché ormai è davvero acqua passata per me.

«Dai che adesso siete anche cognati» sghignazza Victor.
È la prima volta ride, e mi scalda il cuore, anche se il motivo siamo io e David.

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora