95- Sofia

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Due giorni dopo

Ritornare a casa dopo tutto questo tempo, non mi sembra vero. Pensavo di dover vivere al gelo per il resto dei miei giorni, invece, per una volta mi sbagliavo. Io e David siamo finalmente ritornati a casa nostra, dove tutto è rimasto così come lo avevamo lasciato. Le cose nella cameretta di mia sono quasi tutte ancora imbustate, non avevamo ancora tolto neanche il cellophane dal materasso per evitare che prendesse polvere.
Adesso non ci resta solo che pulire, considerato che la casa è rimasta senza anima viva per più di un anno. Ma con noi, ci sono tutti i nostri amici che anziché ritornare ai loro alloggi, hanno preferito venire qui ad aiutarci.
«Papààà», cantilena Mia correndo verso David con le braccia aperte.
«Papààà». Victor, Michael e Sol prendono in giro David perché dicono che si scioglie ogni volta che Mia lo chiama.
Io sorrido, perché so che è così.
David da quando l'ha conosciuta non mi sembra più lui, il suo sguardo si è ammorbidito come anche la sua espressione.
«I miei gochi?» Gli domanda mia, pizzicandogli la guancia.
«I tuoi giochi sono in quei quattro scatoloni che adesso i tuoi cari zii apriranno. Vero, ragazzi?»
«Ai tuoi ordini, capitano». Rispondono in coro Vic e Michael.
Chi l'avrebbe mai detto che le cose sarebbero cambiate in questo modo.
E non mi riferisco solo a Michael e David, ma soprattutto alla nuova coppia.
«Perché ci guardi così?» Borbotta Victor appena si accorge che lo sto osservando mentre bacia Soleil.

«Io non ci posso pensare che state insieme. Voi vi odiavate, mi avete rotto le palle per anni. Neanche nel multiverso  mi sarei aspettata una cosa del genere». Scuoto la testa incredula.

«Ma noi ci odiamo ancora». Soleil gli assesta una pacca sul culo. «Bel culo, Vic». Aggiunge, facendogli l'occhiolino.

«Ma Michelle come l'ha presa?» Mi siedo sul divano con una busta di patatine in mano.
«Ehm... l'ha scoperto nel peggiore dei modi...»
«No, ma dai. Come hai potuto tradirla così...» Nel frattempo, Michael si ferma davanti a me con uno scatolone in mano.

«Che razza di ipocrita». Ride scuotendo la testa.
«Scusa, Benedict». Ormai è davvero acqua passata, non solo per me, ma anche per lui. È davvero perso di Eva, e anche la regina di ghiaccio sembra esserlo di lui.
Poi la nostra attenzione viene catturata dalla vice squillante di mia sorella.

«Ma costa accidenti stai facendo?» Sbraita David contro Eva.
«Cerco il migliore asilo per mia nipote». Squittisce lei, sollevando il pc in aria.

«Andranno mai d'accordo quei due?» Mi domanda Michael guardandoli, nel frattempo Vic gli mette una mano sulla spalla.
«Su te e David non ci avrei scommesso più di cento euro, ma su quei due, neanche cinque centesimi».
Eva e David continuano a litigare, mentre Mia li guarda divertita e batte le mani. Pare divertirsi quando li vede litigare, non ne capisco il motivo. Ma è buffa, molto buffa.

«Farà anche legge come la zia, così lavorerà con me». Lo provoca ancora mia sorella, David appoggia Mia sul tappeto a terra e incrocia le braccia al petto.
«Barbie avvocato, devo davvero ricordarti che tra due giorni sarò a capo di una delle aziende più potenti del paese?»
Lei batte i piedi a terra innervosita come se fosse una bambina di due anni.
«Hai vinto tu, stronzo!»
«Biondo»urliamo tutti dal divano, facendo ridere di gusto David.

«Stroooo» Mia allunga le mani verso David, e lui spalanca gli occhi.
«No, no, no, no». Ripete in loop nel panico.
Maledetta, ripete sempre ciò che non deve ripetere. Un po' come quando ero  imbottigliata nel trafficico e imprecavo, dimenticandomi di lei sui sedili posteriori. Me ne sono ricordata quando ha provato a dire “cazzo”.
Non sono perfetta, ma ci provo.

«Mentre voi litigate, io sono l'unico che sta lavorando. Vorrei dirvelo».
Michael appoggia la scatola accanto a Mia, e lei corre ad aprirla insieme a lui per tirare fuori i suoi giochi.

«Benedict, non ti farà male sporcarti un po' le tue  mani da miliardario». Apre il frigo per tirare fuori un cartone di birre e ne allunga una a Michael.
«Martinez, ti ricordo che al momento sei più ricco di me».
«Oh, finalmente faremo le vacanze a bordo di uno yacht...» Soleil sbatte ripetutamente le ciglia e fa una piroetta al centro del nostro salone.
«Scusami, e se non ti volessi tra i piedi?» David si siede su uno sgabello e Sol lo raggiunge per infastidirlo. Mi erano mancati.
«Ammettilo che mi vuoi bene».
«Mai pensata questa cosa», borbotta lui.
«Dai...» Gli scompiglia i capelli con una mano, ma lui si allontana.
«Sol, ti lancio di sotto».
«Niente? Non mi vuoi bene neanche un po'?» Mette un finto broncio facendomi ridere.
«Naaah, neanche un po'.» Ripete lui ridendo, mentre le mette un braccio sulle spalle.
David mi ha raccontato che in realtà si sono avvicinati molto dopo la morte di Diego, ma sappiamo tutti che fa a cazzotti con la gentilezza. Non ha mai saputo esternare ciò che prova. Tranne con me.
«Se avete finito con queste sciocchezze, io ordinerei da mangiare». Neanche mia sorella scherza in quanti a modi.

«Perché dovremmo ordinare? Abbiamo appena fatto la spesa». David le indica il frigo strapieno.

«E hai uno chef a disposizione...» Michael le stringe le guance e le stampa un bacio sulle labbra facendola arrossire.
Penso che sia l'unico che riesca a farla sciogliere, non ha mai guardato nessuno come guarda lui.
«Oh,  ma Barbie avvocato ha un cuore».
«Non rovinare tutto tu». Sgancio un buffetto dietro alla testa di David.

«Birba, finalmente mi degni di attenzioni...».
«E da quando sei così in cerca di attenzioni tu?» Mi siedo sulle sue gambe e gli avvolgo le braccia intorno al collo.
«Da quando mi sei mancata ogni secondo della mia vita». Surrurra sulle mie labbra.
«Ti amo un casino, Martinez».
«Ti amo un casino anche io, birba». Non sono le parole, ma è il suo sguardo che  mi emoziona e mi fa esplodere il cuore di gioia. È sempre stato capace di entrarmi dentro con uno sguardo.

Mi sento tirare la stoffa dei leggings e mi allontano di scatto da David.
«Cosa hai?» Gli faccio segno di guarda in basso, così gira il mento.
«Mini birba di papà» esclama appena si accorge anche lui della naotra bimba ficcanaso.

«Bacio ac-che io...»
«Vuoi un bacio anche tu?» Ripete David mentre mi abbasso per prenderla in braccio e avvicinarla a lui.
«Ti, ti». Ripete lei annuendo con il capo, facendo sorridere David.
«Papà ti bacerà ogni giorno della tua vita, te lo prometto».
«Smettila di piangere», sento dire alle mie spalle, incuriosita, mi volto e David mi imita.
Eva ci guarda con le guance bagnate mentre tira su con il naso.
«Non guardatemi così, non sto piangendo. È colpa delle cipolle che sta tagliando Michael». Sputa sulla difensiva.
Michael solleva la testa dal tagliere di legno e la guarda alzando un sopracciglio. «È aglio, non sono cipolle».
«La zia si è emozionata...» bisbiglia David all'orecchio di Mia.
«Siete carini tutti e tre insieme, okay?» Sputa asciugandosi le lacrime con un fazzoletto di carta.
«Non ci voleva tanto a dirlo, no?» La prendo in giro io, lanciandole un pomodoro, ma sbaglio mira e colpisco in faccia Vic.
«Sof, questa me la paghi». Si pulisce la faccia sporca con il palmo e corre verso di me.
«Non ti azzardare a toccare la...» Lo avverte Michael, ma non conosce quanto sia vendicativo il migliore amico con me.
Come immaginavo, prende una mangiata di aglio che Michael aveva sminuzzato e me la spalma su tutta la faccia, mentre David mi tiene stretta per non farmi muovere.
Che stronzi.
«Terrai lontano i vampiri, birba» sgjignazza David.
«Lasciate stare la mia stronzetta». Sol corre verso di me per aiutarmi, ma Michael prende i pomodori che stava tagliando e glieli lancia contro.
Praticamente, iniziamo una guerra.

Guerra che si conclude con una chiamata in pizzeria per ordinare le pizze, considerato che ci siamo lanciati contro di tutto, sotto gli occhi divertiti di Mia che correva avanti e indietro per inseguirci.
«Dio, come mi siete mancati». Eaclamo guardando tutti i miei amici seduti a tavola.
«Anche tu». Mi dice Vic.
«Tanto». Aggiunge Sol, stringendomi la mano sul tavolo.
«Mmm... buono, papà». Mia mastica di gusto il pezzetto di pizza che le ha fatto assaggiare David e agita le mani in aria.
«Anche io amo la pizza, mini birba».

Guardo il mio ragazzo seduto a tavola con la nostra bimba sulle gambe mentre prova ad imboccarla ancora, mia sorella che parla con Michael, i miei migliori amici che ridono insieme a me delle cavolate che fanno divertire solo noi, e penso che desideravo solo questo.
La normalità.
Nient'altro che questo.

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora