~33 Sofia~

825 39 12
                                        

Lancio le scarpe in un angolo e appoggio le chiavi sulla scrivania, mi incammino verso il bagno, ma sento bussare alla porta e torno indietro.
<<Che ci fai di nuovo qui?>>
Domando a David che sembra abbia corso per ore, appoggia le mani contro la cornice in legno della porta e mi guarda.

<<Non posso continuare così, questa cosa tra me e te...>> Con l'indice indica me e lui, io lo guardo confusa.
<<Mi sta mandando fuori di testa.>> Aggiunge battendo due volte i palmi contro lo stipite della porta, io indietreggio fino a fermarmi al centro della stanza e lui mi segue.

<<Noi ci baciamo, un attimo dopo litighiamo, poi scopiamo, poi litighiamo di nuovo, poi scopiamo... potrei continuare per ore se volessi.>>
Fa due passi avanti.
<<Io lo so di avere una buona parte delle colpe di questo gran casino che siamo io e te, ne sono consapevole. Ma non ce la faccio più a continuare così. Non ce la faccio più a vedere di continuo che qualcuno ti baci davanti a me, mentre io sono costretto a restare a guardare. Non ce la faccio più a vederti scappare da me. Non ce la faccio più a svegliarmi senza di te nel mio letto, io neanche dormo più senza di te. Ti ho allontanata per tenerti al sicuro dopo che hai rischiato la vita per me, ma io ci sto da schifo così. Non riesco ad andare avanti in questo modo.>> Si avvicina al punto da costringermi a sollevare il mento per guardarlo.
<<Non riesco più a fingere che io non sia follemente innamorato di te. Ad essere onesti, io ho proprio perso la testa per te...>>
Provo a parlare, ma preme  due dita sulle sue labbra.
<<Ho capito di amarti quando mi hai spezzato il cuore in quel maledetto McDonald's, mi sono sentito come se mi avessero strappato sul serio il cuore dal petto. A costo di farmi male di nuovo, ma devo dirtelo...>>
<<David...>> Sussurro tra le lacrime, lui mi sfiora la guancia con il pollice e mi solleva il mento all'insù.
<<Ti amo, birba.>> Mi dice guardandomi negli occhi con una luce che non gli ho mai visto prima.
Mi sento al settimo cielo, ho desiderato così tanto che me lo dicesse, solo Dio sa quanto.
Ma allo stesso tempo mi sento quel maledetto pugno allo stomaco che mi impedisce di essere felice. Quella sensazione di essere nelle sabbie mobili e non riuscire ad uscirne.
<<David, io...>>
Nei suoi occhi compare un velo di delusione che mi spezza il cuore.
<<Ho già capito, non serve che tu aggiunga altro.>> Si allontana di scatto da me e raggiunge la porta.
<<David, aspetta...>> Mormoro tra le lacrime, ma lui si richiude la porta alle spalle senza voltarsi.
Scoppio in lacrime, mi accascio sul pavimento con le ginocchia al petto e piango tutte le lacrime che mi sono rimaste.
Piango disperatamente stringendomi le ginocchia al petto.
Io non riesco più a soffrire in questo modo, non riesco più ad andare avanti con la paura costante che lui scopra cosa ho fatto.
Io mi vergogno di me stessa, mi vergogno di aver subito passivamente tutto quello che Mattias mi obbligava a fare.
Voglio smettere di soffrire così tanto, sopporto questo dolore da così tanti anni ormai che non so come ci si senta a sentirsi liberi.
Quando mi hanno detto che Mattias fosse morto, mi sono sentita libera.
Ho iniziato pian piano ad amare di nuovo me stessa, ho iniziato a riprendere la mia vita in mano.
Io ci ero riuscita ad uscirne.
Ero riuscito a liberarmi dalle catene che mi tenevano stretta.
Ci ero riuscita.
Ma ora, ci sono dentro di nuovo.
Allungo la mano nella mia borsa, ci frugo dentro fino a quando non trovo le pillole che mi avevano consigliato per lo stress post traumatico.
La prescrizione prevede di non assumerne più di una al giorno.
Io ne butto giù quattro, così giusto per essere certa che facciano il loro dovere, cioè che non mi facciano più soffrire per un po'.
Esco dalla mia camera, percorro il corridoio che porta alle scale senza incontrare nessuno, raggiungo la porta di questa enorme villa e proseguo fino ad uno degli igloo, al cui interno c'è una jacuzzi con l'acqua fumante. Mi spoglio ed entro dentro solo con la biancheria intima.
Inizio ad avvertire gli effetti delle pillole e mi passa davanti tutta la vita.
Vedo gli occhi azzurri di mia mamma che mi mancano da morire.
Vedo mia sorella che nonostante sia il mio esatto opposto, le voglio un bene immenso.
Vedo il mio papà che nell'ultimo anno, ho a malapena visto una sola volta.
Vedo Soleil e Victor.
Infine, vedo Lui.
David.
Socchiudo gli occhi lentamente e finalmente non sento più niente.

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora