~44 David~

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Fino a quando posso continuare ad andare avanti in questo modo?
Quante altre volte le dovrò dire addio? Quanto male dobbiamo ancora farci a vicenda, prima di poter stare insieme?
Ma soprattutto, noi riusciremo mai a stare insieme?
Cazzo siamo durati due giorni.
Non riesco a dormire, non riesco a non pensare a lei.
Cristo.
Mi infilo una felpa, prendo il pacchetto di sigarette e scappo dalla stanza, come se ciò bastasse a fuggire dai miei pensieri.
Non mi ero neanche accorto che stesse piovendo, prima di guardare attravero la vetrata della cucina.
Assottiglio gli occhi per mettere a fuoco la sagoma fuori alla vetrata.
Ha il capo chino sulle ginocchia che mantiene strette al petto.
Riconosco la felpa che indossa, perché è la mia.
Cazzo è Sofia.
<<Sof, che ci fai qui fuori con questo temporale?>>  Ma non mi risponde, continua a tenere il capo chino coperto dal cappuccio grigio.
<<Sof, entra dentro.>>
<<Ti odio, vattene.>> Mormora tra i singhiozzi.
Sospiro profondamente e mi piego sulle ginocchia accanto a lei.
<<Sai cosa mi fa più male di doverti tenere lontana da me? Il fatto che tu creda che io non soffra nel farlo.>>
La sento tirare su con il naso, ma non accenna ad alzare la testa.
<<Vieni dentro, ti ammalerai.>>
<<No, voglio restare qui.>>
Quanto è testarda.
<<Se tu resti qui, mi costringi a restare qui insieme a te.>> Mi siedo sul pavimento, sfiorando la sua gamba con la mia spalla.
<<Torna a dormire, domani devi giocare.>>
<<E sarà colpa tua se mi sveglierò con la febbre, spiegalo tu alla squadra.>>
<<Torna dentro, non fare il coglione>> alza la testa e si asciuga le lacrime, mi giro e faccio l'errore di guardarla negli occhi.
Ci fissiamo per qualche secondo senza riuscire a dire una sola parola.

<<Ti odio>> Sofia si alza in piedi e inizia a piangere di nuovo coprendosi il viso con entrambi i palmi.
Mi alzo anche io e la abbraccio, nonostante lei prenda a pugni il mio petto.
<<Birba...>>
<<Non puoi fare così, tu non puoi fare così...>>
<<Non so cos'altro fare per tenerti in vita, questo è stato il motivo per cui ti ho tenuta distante fino ad ora. Ho sempre saputo di amarti, lo so da tanto tempo, ma non posso permettermelo...>> Ho un dolore terribile al centro del petto, cento pugnali farebbero meno male.

<<Non farmi questo, non puoi lasciarmi...>> Continua a piangere disperata, e il mio cuore subisce un' altra battuta d'arresto.

<<Neanche immagini quanto mi faccia male prendere questa decisione, tu non ti rendi conto di cosa sei per me. Non ti rendi conto che sei l'unica persona che riesce a a riempire l'enorme vuoto che mi porto dentro...>>
Inaspettatamente Sofia si alza sulle punte dei piedi e preme le labbra sulle mie.
Sono dolci, morbide, ma molto salate, tutta colpa delle lacrime che le sto facendo versare.

<<Sof, non posso...>> Mormoro socchiudendo gli occhi, mentre lei preme ancora le labbra sulle mie.
<<Se stavolta te ne vai, non tornare più da me...>>
Deglutisco più volte dinanzi a queste parole.
<<Mi hai capito?>> Alza la voce di due toni.
<<Lo sai che non ci riesco a starti lontano...>> Sussurro sulle sue labbra.
Non posso vivere una vita intera senza di lei.
<<Non puoi continuare a farmi così male, non puoi continuare a farmi soffrire così, non puoi continuare a tenermi su un filo sospeso dove ho paura di commettere un passo falso e precipitare giù, proprio come sto volando a picco in questo momento.>> Solleva il mento e mi inchioda con lo sguardo.

<<Quando sistemo tutto io...>> Lei scuote la testa più volte.
<<Non puoi continuare a distruggermi così, se adesso te ne vai, sarà per sempre.>>
Stavolta sono le mie guance a rigarsi di lacrime.
<<Lo sai che lo faccio per te, perché vuoi farmi questo?>> Abbiamo entrambi il respiro affannoso, siamo esausti. Ma non di questa discussione, lo siamo per tutto il dolore che ci siamo procurati a vicenda da da quando ci conosciamo. Non abbiamo fatto altro che rinconcorrerci e proprio ora che eravamo riusciti ad incontrarci, dobbiamo allontanarci di nuovo.
<<Perché non ce la faccio più a doverti dire addio, io non ce la faccio più a guardarti e non poterti baciare, non ce la faccio più ad addormentarmi piangendo per colpa tua...>> Parla tra i singhiozzi che si mescolano ai miei.
Un tuono squarcia il cielo facendoci trasalire, torniamo a guardarci e le prendo il viso tra le mani.
<<Non chiedermi di vivere una vita senza di te, perché è come se mi chiedessi di non vivere affatto...>>
<<Resta con me.>>
So cosa significa questa frase, lo so.
<<Non posso.>>
<<Addio, David.>>
Lei ci prova ad entrare dentro. Io ci provo a non seguirla, ma cazzo, non ci riesco.
Quando è già di spalle, la stringo forte a me, intrecciando le mani sulla sua pancia.

<<Non farlo, ti prego...>> La supplico premendo la bocca contro i suoi capelli.
<<Ti giuro che sistemo tutto, ma tu devi aspettarmi. Tu devi dirmi che mi aspetterai e che tornerai con me. Tu devi dirmi che non ci sarà nessun altro fino ad allora. Tu devi dirmi che nessuno ti bacerà, che nessuno ti toccherà a parte me. Tu devi dirmi che non ti innamorerai di nessun altro. Tu devi dirmi che non smetterai di amarmi, perché io non lo farei mai...>> Continuo a tenerla stretta, mentre i nostri singhiozzi continuano a mescolarsi al rumore della pioggia che colpisce l'asfalto.
<<È finita, David.>> Sbarro gli occhi quando pronuncia queste tre paroline che grammaticalmente potrebbero sembrare innocue, ma il mio cuore non la pensa così.
<<Cosa...>> Mormoro facendola voltare verso di me per guardarla in faccia.
<<È finita.>>
<<Tu non dici sul serio, tu...>> Sono sconvolto, non ci sto capendo più un cazzo di niente.
<<Non posso permettermi di continuare soffrire in questo modo, non posso più farlo...>> Mi spinge via e rientra in casa, io resto a guardarla pietrificato.
Non mi rendo neanche conto che sono zuppo d'acqua, ma come potrei se non sento più nulla. Non sento nient'altro che questo dolore al centro del petto che mi impedisce di respirare.
Sento solo questo.
Dopo un attimo di smarrimento, rientro dentro e la rincorro.
<<Sof, aspetta>> le urlo dietro.
<<Sof, cazzo>> Devo parlare così forte da attirare l'attenzione dei miei amici di stanza che escono fuori a controllare.
<<Che cazzo succede?>> Diego guarda Sofia che corre davanti e me che le corro dietro.
<<David, vattene!>> Urla senza girarsi.
<<Che cazzo, Sof>> provo a prenderle il polso, ma mi scivola dalle mani perchè siamo entrambi zuppi.

<<Hai deciso di lasciarmi?Bene!>>Urla come una pazza, spintonandomi come una pazza.

<<Ehm...>> Victor ci raggiunge e prova a mettersi nel mezzo, ma Sofia spintona anche lui.

<<Non conto un cazzo per te, dillo!>> Le urlo contro, lei mi guarda e dilata le narici, è infuriata.
<<Come ti permetti di insinuare una cosa del genere!>>

<<E allora dimmi perché non vuoi aspettarmi, dimmelo. Cazzo.>>
<<Perché non posso!>> Urla lei paonazza.
<<Che cazzo vuol dire che non puoi?Che cazzo vuol dire, Sof?>>
<<Sono incinta, io sono incinta!>>
Victor la guarda con gli occhi sbarrati, Diego resta pietrificato.
Io boccheggio come se mi avessero strappato la maschera dell'ossigeno.
<<Ecco bravo, è proprio la reazione che mi aspettavo da te.>> Usa il tono di una che non si aspettava altro.
<<Vuoi dire qualcosa, prima che ti sbrani?>> Mormora Diego al mio orecchio, di cui non mi ero neanche accorto.
Non riesco a parlare, non ricordo come cazzo si formula una frase di senso compiuto, non ricordo come cazzo si usino il soggetto e il predicato, non ricordo un cazzo.
<<Non fatelo più avvicinare a me.>> Ordina a Victor e Diego che si strofinano le mani sulla faccia davanti alla mia reazione da coglione.

<<Sof...>> È l'unica parola che mi esce da bocca, ma lei non puoi sentirmi perché il tono con cui la chiamo è talmente basso che neanche una falena che  è dotata di un udito perfetto ne sarebbe capace.
<<Che cazzo hai combinato...>> Diego mi riscuote dai pensieri.

<<L'avete sentita anche voi?>> Balbetto come un coglione
<<Sì, David.>> Annuiscono entrambi.
<<Cioè... lei è davvero incinta...>>
Guardo entrambi che dopo essersi guardati e aver sollevato gli occhi in aria, annuiscono.
<<È incinta, sì.>>
<<È incinta...>> Mormoro sotto shock.
Sento una mano poggiarsi sulla mia spalla, è quella di Victor.
<<Vuoi bere qualcosa? Penso che tu stia per svenire>>
<<Sto... bene...>>
<<Scusami, ma non sei molto credibile...>> Guardano  la mia mano premere contro la parete, ho bisogno di sostenermi.
<<Senti, entriamo dentro. Ti dai una bella calmata e cerchi di capire in quale cazzo di pianeta di trovi.>>
Non so neanche chi dei due mi stia parlando al momento.
Lei è incinta.

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora