~36 Sofia~

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David mi prende il viso tra le mani e preme le sue labbra contro le mie.
La potenza che sprigiona questo bacio mi travolge come un'onda che ti trascina via con lei e tu glielo lasci fare, ti lasci cullare perché sei felice.
Il mio cuore rischia l'infarto per come mi sta lasciando senza fiato il modo in cui la sua lingua brama disperatamente la mia.
Mi bacia con una tale intensità da farmi dimenticare che abbiamo un mucchio di problemi da risolvere, da farmi dimenticare del dolore che ho provato in tutto questo periodo senza di lui, da farmi dimenticare di tutto.
Mi dimentico di tutto quanto.
Ci siamo solo noi due.
Io & David.

Il bacio inizia a perdere la dolcezza iniziale e ci incendiamo in pochi secondi.
David appoggia le mani sul mio sedere, io intreccio le gambe dietro alla sua schiena. Mi spinge sul letto senza mai smettere di baciarmi.
Di riflesso spalanco le gambe e lui spinge i fianchi contro il mio bacino, il tessuto delle mie mutandine inizia a bagnarsi appena si scontra con il calore del suo corpo. Gli infilo le mani sotto alla maglietta e scivolo fino al bordo dei pantaloncini per tirarli giù.
<<La partita, cazzo!>> Si lamenta sulle mie labbra.
<<Come scusa?>> Sbatto gli occhi confusa.
<<Non posso fare un cazzo fino a domani>> sbuffa, appoggiando la bocca tra l'incavo del mio collo e la spalla, mentre continua a premere l'erezione tra le mie cosce.
<<Oh, l'avevo dimenticato...>>
Domani lo attende la finale, non può permettersi di fare altre cavolate.
Mi solleva la maglietta e prova a raggiungere il mio seno, ma lo fermo.
Vorrei solo farmi scopare tutta la notte, ma non posso cedere.
<<Martinez, usciamo da questa stanza...>>
<<Guarda che so resisterti, Rodriguez.>> Si pavoneggia lo stronzo.
<<Se le cose stanno così, sono più tranquilla se faccio questo...>> Sollevo le braccia in aria per togliermi la maglietta, e resto solo con il reggiseno a balconcino bianco che mi dona un bel po'.
David mi guarda con l'espressione più sofferente e combattuta che gli abbia mai visto fare, deglutisce e si strofina una mano sulla faccia.
<<Usciamo da questa cazzo di stanza, cazzo.>> Salta giù dal letto con una velocità assurda.
<<E tu sei una fottuta stronza>> aggiunge puntandomi un dito contro, facendomi ridere.
Si ferma davanti al letto e mi guarda con le braccia incrociate al petto.
<<Hai davvero un tempismo di merda.>> Fatico a trattenere le risate davanti alla sua espressione combattuta.
<<Dai, devi resistere solo fino a...>>
<<Domani sera!>> Mi interrompe bruscamente, continuando a guardarmi con le braccia incrociate.
<<Vogliamo raggiungere gli altri?>> Non è una buona idea restare chiusi da soli in una stanza, anche la mia forza di volontà vacilla al momento.
Apre la finestra e si incastra una sigaretta in bocca.
<<Senza la presenza di un letto, pensi che faremo meno danni?>> Inarca un sopracciglio.
<<Cretino, vado a togliermi la divisa di dosso.>> Salto giù dal letto, ma lui fa due passi avanti e mi stringe tra le sue braccia, facendo scivolare i palmi sul tessuto del mio gonnellino, fino a strizzarmi il culo con entrambe le mani.
<<Ti accompagno.>> Mi dice guardandomi negli occhi.
<<Paura che mi perda, Martinez?>>
<<È più una precauzione, Rodriguez...>> Inarco un sopracciglio.
<<Precauzione?>>
<<Saranno sicuramente tutti ubriachi, non voglio essere arrestato la sera prima della finale.>> Aggiunge.
<<So badare a me stessa, capitano>> pronuncio lentamente l'ultima parola.
<<Smettila di provocarmi, altrimenti domani sera ti faccio piangere.>> Mi morde il labbro inferiore e lo succhia avidamente, tanto da farmi tremare le gambe.
Non ho la minima idea di come faremo ad arrivare fino a domani senza saltarci addosso, inizio a pensare che forse aveva ragione lui.
<<David...>> Sussurro sulle sue labbra, lui alza le mani in aria e si allontana.
<<Uciamo da qui, ho capito.>> Apre la porta e mi fa segno di uscire.
Percorriamo il corridoio insieme, saliamo le scale che portano alla mia camera e ci infiliamo dentro.
David si sdraia sul mio letto con un braccio dietro alla testa e il cellulare nell'altra mano.
Io corro ad aprire l'armadio per cercare qualcosa da mettermi.
Inizio a battere un piede a terra rumorosamente, sono piuttosto indecisa.
Guardo David che indossa dei pantaloni della tuta grigi e una felpa nera con il cappuccio, e mi chiedo come faccia ad essere così bello con due capi d'abbigliamento tanto semplici.
Possibile che renda speciale anche la cosa più banale?
<<Birba, ho fame...>> Si lamenta, sollevando lo sguardo dal cellulare.
Devo darmi una mossa, non posso passare tutta la sera davanti l'armadio o lo farò davvero morire di fame.
Passiamo al piano B: l'armadio di Soleil.
Prendo in prestito un vestito nero aderente con le bretelle sottili con una leggera scollatura, almeno così lo ricordo su Soleil.
Corro in bagno, mi faccio una doccia veloce e mi vesto.
<<Mmh...>> Mormoro dopo aver indossato il vestito.
Dimenticavo che soleil ha quasi due taglie in meno rispettoa me.
<<Sof, hai fat...>>David resta con le nocche a mezz'aria accanto alla porta del bagno.
<<Lo so, non mi dona...>>
I fianchi troppo tondi, il seno eccessivamente prosperoso, il...
<<Cazzo, Sof>> esclama, riscuotendomi dai pensieri.
<<Sto tanto male?>> Abbasso il capo per guardarmi.
<<Male?>> Mi domanda corrucciando la fronte.
<<Sì, non...>>
Lui si avvicina e posa l'indice sulle mie labbra.
<<Birba, in questo momento vorrei solo prenderti in braccio e scoparti contro le mattonelle di questo bagno...>> Mi guarda il seno e sospira.
<<Non ho più molta fame...>> Con i polpastrelli mi sfiora il seno che fuoriesce dalla scollatura che su di me è diventata piuttosto profonda.
Spinge giù una delle due bretelle, fino a scopirmi metà seno coperto da un reggiseno di pizzo bianco.
<<Ho pensato che il nero fosse troppo...>> Gli spiego con voce roca, mentre lui spinge giù anche la coppa del reggiseno.
<<Ti ringrazio per l'impegno, ma la situazione non cambia...>> Mi morde il capezzolo, mantenendo gli occhi incollati nei miei.
<<... di questo passo, non arrivo neanche a domani mattina>> si lamenta, mentre reclino la testa all'indietro.
La mia forza di volontà sta vacillante enormemente.
La suoneria del suo cellulare ci salva entrambi.
<<Stai venendo?>> Gli domanda Diego dall'altro capo, David mi guarda e appoggia la fronte contro la mia, mantendo la mano sul mio fianco destro.
<<Magari...>> Risponde facendomi ridere.
<<Come?>> Gli chiede Diego.
<<Vi raggiungiamo, scrivimi dove siete.>> Taglia corto, cambiando discorso.
<<Raggiungiamo?>> Gli chiede insospettito.
<<Sono con Sofia.>>
Lo sento soffocare una risata.
<<Ce l'hai fatta?>>
<<Sì, ce l'ho fatta.>> Risponde guardandomi negli occhi.
<<David, domani abbiamo la finale. Te lo ricordi,  vero?>> Alza la voce di due toni.
<<Non abbiamo scopato, coglione>> Sento Diego ridere, mentre David riattacca.
<<Martinez, hai proprio una pessima reputazione>>
<<Andiamo, cretina>> mi solleva la bretella del vestito e preme le labbra sulle mie.
<<Secondo me, sentirai freddo vestita così. Prendi qualcosa da mettere sopra>> con la mano mi indica l'armadio.
<<Siamo quasi a maggio, non può fare così freddo.>>
<<La mia felpa non te la presto, ti avverto.>> Mi punta un dito contro e sparisce fuori.

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora