~65 David~

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Quando siamo andati via da quel posto maledetto che non dimenticherò mai più in vita mia, ho accompagnato Sofia in ospedale per i controlli. Ma non eravamo soli, c'erano anche tutti i nostri compagni con noi che hanno insistito per esserci perché erano in ansia per lei.
Dopodiché, ci siamo diretti alla confraternita insieme alle ragazze. Michael, Victor e Diego hanno “gentilmente” mandato via tutti i ragazzi per poter aver tutta la sala comune a nostra disposizione.
Diego e gentilmente non possono essere inseriti nella stessa frase, lo sappiamo tutti che li ha cacciati via minacciando ognuno di loro di dargli fuoco perché troppo nervoso.
E devo dire che la stazza e il caratteraccio di Benedict hanno contribuito egregiamente allo svuotamento.

<<Dovrebbe esserci il tuo pigiama nel primo cassetto...>> Mi avvicino alla cassettiera e prendo il pigiama rosa di Sofia.

<<Non puoi darmi una tua maglietta?>> Dice con un sibilo di voce.
Lascio stare il pigiama e la raggiungo al centro della stanza.
<<Birba, certo che posso dartela>>
<<Okay, grazie>>
Quanta cazzo di rabbia provo nel vederla con il sorriso spento.
Ritornerei di nuovo lì per rifare quello che ho fatto altre mille volte.

<<Ne vogliamo parlare?>> Deglutisco  mentre glielo chiedo.
Sto cercando di non pensarci, giuro che mi sto sforzando.
Ma cazzo, se penso alle sue mani sul suo corpo vado giù di testa.
Cristo se sto andando giù di testa.
<<David, calmati>> La sua voce delicata mi riscuote dai pensieri.
<<Ehm... cosa?>>
<<Hai appena piegato le chiavi che stringevi in mano...>> Mi prende delicatamente il polso e lo solleva per farmi guardare.
Cazzo.

<<Scusa, io...>> Sono fuori controllo, sono totalmente fuori controllo.
Sofia abbandona il suo palmo sulla mia guancia e si morde il labbro inferiore.
<<È stata dura anche per te, lo so. Non fingere che non sia cosa, parlamene.>>
<<Non è nulla in confronto a quello che hai dovuto sopportare tu...>>
Stringe le labbra e una lacrima scivola dall'angolo del suo occhio fino alla mascella.

<<Sì, ma questo non rende meno importante ciò che hai provato. Dimmi come ti senti...>>
<<Meglio di no, Sof>> Socchiudo gli occhi davanti all'ennesima immagine delle mani di quella merda sul suo seno.
<<Perché?>> Continua ad accarezzarmi il viso.
<<Perché non riesco a controllare le mie emozioni al momento. Tu hai già sopportato tanto e l'ultima cosa che ti serve al momento è un ragazzo con problemi di rabbia repressa che rischia di esplodere.>>
<<So io di cosa hai bisogno per calmarti.>>
Mi prende la mano e mi costringe a seguirla fino al mio letto su cui sale mentre io resto in piedi.
<<Vieni qui>> Si mette seduta, mi prende di nuovo il polso e mi fa sdraiare sul letto.
Ho capito cosa vuole che faccia.
Appoggio la testa sul suo ventre e lei mi accarezza delicatamente il viso.
Mi sale un nodo in gola che spingo giù a fatica.
Mi viene in mente tutto il panico che ho provato in queste ore. Ero terrorizzato di perdere lei e il bambino.
<<Non so come sia possibile che sia tu a consolare me in questo momento>> le accarezzo la pancia con una mano e poi la bacio.
<<Non sono io, ma è nostro figlio che sta aiutando entrambi stasera. Quando ero lì, pensavo solo a tenerlo in vita. >>
<<Tenerla in vita>>La correggo io per la prima volta, facendola sorridere.
<<Ti sei abituato all'idea?>>
<<Sì, mi piace l'idea di avere una sei millimetri come me.>>
<<Sembra che stai parlando di una pistola, lo sai vero?>>
<<L'intenzione era quella, sì. Le comprerò anche una maglietta con scritto: maneggiare con cura, altrimenti mio  padre vi ammazza tutti.>>
Sofia reclina la testa all'indietro e scoppia a ridere in una risata così fragorosa da illuminare di gioia il mio cuore.
<<David...>>
Sollevo il mento dalla sua pancia per guardarla.
<<Sarai un padre meraviglioso>>
<<Non è un po' prematuro dirlo?>>
<<No, perché già lo sei. >>Si piega verso di me e io faccio leva sul gomito per sollevarmi e baciarla.
<<Ti amo da morire, amore mio >>
Sofia si ferma ad un soffio dalle mie labbra e sbatte le ciglia ripetutamente.
<<David Martinez che dice "amore mio"?>>
<<Non fare la cretina, l'ho detto per sbaglio...>>
<<Ma allora ho proprio vinto alla lotteria...>> Si sventola una mano in aria e si guarda intorno vittoriosa.
<<Sono io che ho vinto con te, birba.>>

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora