~4 Michael~

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Sono chiuso in questa cazzo di cucina da circa sei ore, se non amassi così tanto questo lavoro, avrei già mandato all'aria tutto quanto.
Sto sacrificando la mia cazzo di vita privata, compresa Sofia.
Non riesco a starle vicino come vorrei.
<<Chef>> mi chiama uno dei ragazzi.

<<Dimmi>> rispondo tenendo la testa china sul piatto.

<<C' è un ragazzo dall'aspetto poco rassicurante che chiede di te...>>
<<Eh?>>
<<Buonasera, Michael.>>
Quel gran figlio di puttana è nella mia cazzo di cucina.

<<A cosa devo questa visita di cortesia?>> Mi pulisco le mani e mi tolgo il grembiule.

<<Di cortesia, non direi...>> Ribatte avvicinandosi.

<<David, cosa cazzo ci fai qui da me?>> Ha scelto proprio la giornata sbagliata per farmi visita.

<<Lo sai che la tua ragazza sta soffrendo di attacchi di panico?>> Striscia un dito sulla superficiale liscia del bancone della cucina, mi ricorda vagamente quel Borghese Alessandro di un programma italiano quando ispeziona le cucine.

<<Non ne so niente...>>
Perché non me ne ha parlato?

<<Ti starai chiedendo il perché,  scommetto...>>

<<Adesso mi leggi anche nel pensiero?>> Mi appoggio con la schiena contro il bancone.

<<Sofia non è un libro di facile interpretazione, assomiglia di più ad uno di quegli aggeggi da montare con un libretto delle istruzioni scritto esclusivamente in aramaico...>>

<<Me ne sono accorto...>> Sospiro abbassando la testa sul pavimento.

<<Ha bisogno di te.>> Mi parla guardandomi dritto negli occhi.

<<Te ne sei reso conto che sono le dieci di sera e sono ancora chiuso qui dentro?>> Allargo le braccia per indicargli la mia fottutissima cucina.

<< E tu te ne sei reso conto che la tua cazzo di ragazza cade a pezzi?>> Mi urla contro alzando la voce.

<<Cazzo>> assesto un pugno sul bancone.

<<Datti una cazzo di regolata, Michael.>> Mi punta un dito contro.

<<Altrimenti?>> Alzo un sopracciglio.

<<Non resterò a guardare se continui così, ti avverto.>> Mi batte una mano sulla spalla e si avvia verso la porta.

<<David, stavolta non te la cavi con in graffio sulla faccia.>> Lo avverto quando è sull'uscio della porta.

<<Neanche tu, Michael.>> Mi dice con voce minacciosa voltando mezzo busto per guardarmi.

<<Cazzo!>> Ringhio lanciando un piatto nel lavandino, che si infrange in due metà.
Ci mancava anche lui.

◇Blue Summer Dreams Parte  II & III◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora