Prologo

464 7 0
                                    

Senza sapere dove andiamo ci sono posti dove vorremmo fermarci per sempre. E il più delle volte quel posto è una persona.
(Federico Sangalli)

Salve, sono Davina. Foster, Davina Foster. Molti mi conoscono per il terribile incidente che mi ha stravolto la vita, bhe... Mettiti comodo, prendi un po' di cibo e preparati a leggere che io ho tanto da raccontare.

Come dicono tutti?? Sembra così misteriosa e infelice in quel corpo snello e slanciato. Bhe, novità del prossimo secolo: hanno tutti terribilmente ragione, sono una ragazza di diciassette anni misteriosa e infelice ma non ero proprio così tanti anni fa.

Abito in una cittadina tranquilla dell'America, Solvang, dove non succede mai nulla di brutto. Ogni occasione è buona qui per organizzare una festa, una parata, una manifestazione, per divertirsi, socializzare e attrarre turisti... Allora l'unica piazza si riempie di musica, luci, colori, danze e la popolazione si riunisce rafforzando quei legami che la  rendono unica, forte e soprattutto solidale.

Ci fu solo un giorno, però, in cui non si sentirono le urla di bambini nei parchi giochi all'ora di punta, le chiacchiere delle signore anziane sedute nelle panchine della piazza, i festeggiamenti dei ragazzi seduti nei  bar e le conversazioni sussurrate degli anziani che giravano per la piccola città. Un solo giorno in cui Solvang era in completo silenzio, in cui l'accadimento colpì i cuori di tutti i cittadini: era il giorno del mio quinto compleanno... Il 16 settembre del 2008.

Le vittime del terribile schianto avvenuto ieri mattina a Solvang sono la signora Amber e il signor Chris Foster, 28 anni la donna e 33 l'uomo. Tutta Solvang in lutto per la terribile morte: deceduti ieri mattina alle 8.15 circa, vittime di un incidente stradale mentre percorrevano la strada principale in sella alla propria moto.

Le cause dell'incidente sono al vaglio dei carabinieri ma, secondo una prima ricostruzione, pare che la Ducati dei due coniugi si sia schiantata contro un autocarro, condotto da un 50enne, mentre questi era intento a svoltare.

Un urto violentissimo che è stato fatale per i due motociclisti. I corpi delle  vittime sono stati sbalzati sull'asfalto, terminando la corsa nel parcheggio di un piccolo alimentari. I due, molto noti nella loro cittadina per il gran cuore e la loro immensa gentilezza, lasciano una figlia di soli cinque anni.

Ebbene si, la figlia ero proprio io. A soli cinque anni sono rimasta senza genitori, nessuno zio esistente su questa terra e gli unici nonni ancora in vita hanno scelto di abbandonarmi a causa di problemi con i miei genitori. Il giudice scelse così le persone che quando ero un piccolo fagottino hanno avuto con me un rapporto affettivo più stretto e costante, insieme ai miei genitori. E così finì tra le grinfie dei migliori amici dei miei genitori: Catlin e Eric Lieberman.

Catlin, tipica donna del sud-ovest, appassionata e legata principalmente alle feste e alle tradizioni della sua città è diventata per me una seconda madre. Amo profondamente il suo carattere solare e allegro e, stranamente, anche i suoi vestiti troppo appariscenti e colorati.

Eric, secondo i pochi ricordi che ho, assomiglia particolarmente a mio padre e con il suo carattere tranquillo è capace di far calmare, in qualche strano modo, anche Catlin che al contrario spesso sembra una bomba ad orologeria.

Questa, in sintesi, è la storia della mia famiglia: due persone che si sono trovate improvvisamente ad essere coinvolte in un qualcosa più grande di loro con una bambina piccola, ma nemmeno tanto, che si è vista la ragione della sua vita morire davanti.

Aura Davis, invece, è stato il mio secondo evento stravolgente. È arrivata come un fulmine a ciel sereno all'interno della mia vita, ma purtroppo non posso dire che la sua presenza abbia cambiato il mio modo di vedere le cose perché se io ero rotta dentro, lei probabilmente era più rotta di me.

Era l'unica persona che riusciva a comprendermi, che non mi chiedeva come stessi ma che provava a tirarmi su il morale. Noi due molto probabilmente eravamo la coppia più misteriosa di tutta Solvang: due diciassettenni conosciute dalla cittadina per le loro famiglie andate distrutte e una luce misteriosa che le caratterizzava.

Quando si è trasferita qui all'inizio del liceo la vedevano tutti come una persona solare e di buon cuore, conosciuta grazie alla popolarità che le dava il suo nuovo fidanzato, nonché capitano della squadra di football della scuola e mio migliore amico, e una famiglia perfetta alle spalle. Nemmeno io la conoscevo così bene da poter intuire i suoi grandi problemi familiari e il suo mancato affetto che l'hanno sempre portata nella cattiva strada, l'avevo sempre immaginata come una bionda spumeggiante tipica dei film adolescenziali con una vita perfetta e un'amore verso sé stessa spropositato.

Mi sbagliavo, ma l'ho capito solo quando quella sera afosa di luglio mentre mi dirigevo verso casa mia, la ritrovai in un vicolo abbandonato seduta su un marciapiede sporco e con i capelli unti che le ricadevano davanti al viso pallido. Indossava un cappello marrone, un maglione nero e una pantalone della tuta dello stesso colore. Non portava quella stupida e orribile divisa delle cheerleader e nemmeno quegli inutili nastrini gialli legati intorno alla solita coda di cavallo.

Ero rimasta così sorpresa nel vederla in quello stato, anche se in giro non si vedeva più da un intero mese, che, con poca volontà, mi offrì di portarla con me a casa mia. Inizialmente non andavamo d'accordo: lei pensava che io fossi una secchiona terribilmente noiosa e io pensavo che lei fosse una sgualdrina che in poco tempo, dopo il trasferimento del suo ragazzo, si era girata tutta la squadra di basket.

Le nostre opinioni sono cambiate quando abbiamo iniziato a condividere gran parte della nostra vita insieme, quando ci siamo conosciute meglio e ci siamo confidate. Nel giro di qualche giorno dal suo ritrovamento in quel vicolo, infatti, uscì in prima pagina del giornale ufficiale di Solvang una notizia che fece parlare tutti i cittadini per molto tempo.

Quelle che si pensavano essere due persone che si amavano e che mettevano tutte loro stesse nel loro umile lavoro e nella crescita e nell'educazione della propria figlia, erano in realtà due tossicodipendenti che si erano trasferiti in quella cittadina con il fine di vendere sostaze stupefacenti a chi lo volesse e Aura, purtroppo, era la figlia, diventata tanto popolare in pochissimo tempo e caduta nel baratro più totale in pochissimi giorni.

Così è nata la nostra strana e assurda amicizia: due sconosciute che avevano in comune molto più di quello che si pensava. Ma bene o male, hanno iniziato a pensarla come noi un po' tutti perché questa tranquilla cittadina è Solvang, un paesino di campagna della California e non sicuramente una metropoli commerciale come lo era invece New York.

Tutti si conoscevamo perfettamente e nel giro di qualche ora le notizie si diffondevano, eravamo così diventate, da due normali ragazze, a due misteriose figure che si aggiravano per la città con quell'aria cupa e tenebrosa e non ci lamentavamo... O almeno non finché l'arrivo di qualcuno che, in qualche modo ci aveva fatto avvicinare, non scombussolò la mia vita per una terza volta.

Si, la mia vita è come una montagna russa: in un secondo sei in cima alla giostra e senti che nessuno può abbatterti e nell'attimo dopo sei catapultata in basso e senti un vuoto nel petto mentre il tuo cuore ti chiede di uscire fuori dalla cassa toracica... Il problema?? È che nella mia vita prevalevano i bassi e io non potevo fare nulla per cambiarlo.

UNhappyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora